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Un tempo i tabernacoli si chiamavano «marginette», perché posti ai margini delle strade, usati sia come redenzione del viandante ma soprattutto come unica offerta di luce nelle notti oscure. Lassù in alto, anneriti dal tempo, con l’altare in strada sul qu

I tabernacoli restaurati in dieci itinerari. Per scoprire le storie della cittàUn tempo i tabernacoli si chiamavano «marginette», perché posti ai margini delle strade, usati sia come redenzione del viandante ma soprattutto come unica offerta di luce nelle notti oscure. Lassù in alto, anneriti dal tempo, con l’altare in strada sul quale si snocciolavano le messe agli incroci, sono i resti ingrigiti della straordinaria vita quotidiana che sopravvive per le nostre vie, un patrimonio da salvaguardare. Grazie alla descrizione e alla sensibilità del Comitato per il decoro e il restauro dei tabernacoli, nato per proteggere questi preziosi arredi urbani, è stato realizzato il libro Sulle tracce dei tabernacoli restaurati. Storia e curiosità fiorentine, intriso di aneddoti e curiosità sia sulle strade che sui monumenti religiosi, fornito di ricche schede illustrative a colori per ognuno dei 41 tabernacoli riportati ultimamente a nuova vita (Polistampa, pp. 208, euro 14).
Le curatrici, Doretta Ermini e Chiara Sestini, con un linguaggio piacevolmente divulgativo, hanno evidenziato la connessione tra le opere e il contesto urbano, oltre a segnalare il prezioso restauro, condotto da eccellenti professionisti che qui trovano il giusto apprezzamento. «È stato un lavoro minuzioso che ho svolto in piena collaborazione con Doretta Ermini – spiega Chiara Sestini – Le schede infatti sono frutto del lavoro fatto per le presentazioni dei tabernacoli restaurati dal 2001 al 2009. Insieme al Comitato abbiamo voluto offrire ai lettori un libro agile, da portarsi con sé durante gli itinerari, espletando anche la funzione di guida turistica, per invogliare così i fiorentini a conoscere il proprio territorio, ad amarlo e proteggerlo». Si scopre quindi che al chiasso degli Armati, angolo via del Giglio, c’è una struggente Madonna con Bambino in stucco del XVIII secolo copia dell’opera del Rossellino che si trova al Bargello, per il quale il restauro è stato effettuato a cura del Consolato generale della Repubblica del Perù in Firenze, o che in via Boccaccio angolo del Bersaglio, una Madonna con Bambino del XVI secolo attribuita a Caccini, fu fatta erigere ai fianchi del Mugnone niente meno che dalla Granduchessa Cristina di Lorena, la stessa che volle una cappellina non poco lontano dedicata alla Madonna della Tosse.
Qui, come risulta anche dagli ex voto, si chiedeva l’intercessione della Vergine e tutto ci fa pensare che le mamme del rione accompagnassero anche qui i figli per guarirli dalla pertosse. Bernard Berenson attribuì invece a Sebastiano Mainardi, un allievo del Ghirlandaio, la Natività con San Rocco e San Giuliano, opera del XV secolo che fu fatta spostare nel 1954 dal sindaco Bargellini dal centro storico in via di Brozzi al fine di conferire maggior prestigio ad un anonimo fabbricato di periferia. E non ultimo, un vero e proprio monumento con zoccolo in pietra su cui poggiano due colonne chiuse da un architrave: è la Madonna in Gloria con due Santi del XVI secolo, in Santa Reparata angolo via delle Ruote e commissionata dall’Università dei Battilani ovvero dai lavoratori dell’Arte della Lana. Questo tabernacolo prese posto ove i battilani detenevano la loro sede oltre che un proprio oratorio, un ospedale e molte case per i lavoratori.
Per meglio apprezzare questi capolavori, le autrici hanno compilato dieci itinerari sulle tracce della devozione popolare con tanto di cartina e tempi di percorrenza, ognuno con un percorso a tema. Come: «Madonne fiorentine tra Trecento e Ottocento» da via de’ Pucci a via dell’Oriuolo per ammirare, tra gli altri, il tabernacolo delle Cinque Lampade in legno tornito originale del XV secolo. Poi, «Nei dintorni di via Ghibellina fra carceri e patiboli», in una delle strade più ricche di tabernacoli. Oppure la «Passeggiata tra conventi, ospedali e mercati» con partenza da via San Gallo per «incontrare» in via San Zanobi l’allievo del Ghirlandaio Domenico Puligo con lo Sposalizio mistico di Santa Caterina. Tutti itinerari gradevoli da fare insieme alla famiglia, per riscoprire una cultura straordinaria che abbiamo tutti i giorni sotto gli occhi.
Data recensione: 14/02/2010
Testata Giornalistica: Corriere fiorentino
Autore: Giulia Premilli