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Alla guerra e alla politica gli storici danno assai più importanza che alle cure per l’infanzia, lamentava Gerda Lerner da presidente della American Historical Association

Alla guerra e alla politica gli storici danno assai più importanza che alle cure per l’infanzia, lamentava Gerda Lerner da presidente della American Historical Association.
Proprio a questo tema è dedicato il bel volume su «Bambini e Salute in Europa 1750-2000», a cura di Patrizia Guarnieri. Madri e nonne, levatrici e balie, pediatri e psicoterapeuti, nuovi specialisti dell’infanzia, filantropi e politici, amministratori pubblici: sono in molti a occuparsene bene e male, in famiglia e fuori, a casa e nelle istituzioni.
Colti e benestanti padri dell’Illuminismo che seguivano la crescita della prole sono ritratti da Egle Becchi. Catherine Rollet confronta e ricostruisce come siano nati i libretti pediatrici vigenti nei vari sistemi sanitari europei. Guarnieri, Anna Davin e Ning de-Coninck propongono tre osservatori significativi sull’Otto e Novecento. A Firenze il brefotrofio per figli di nessuno o per figli legittimi di madri lavoratrici e di genitori troppo poveri; a Londra le famiglie operaie, studiando i nessi fra miseria, malattie infantili e mentalità; a Copenhagen nelle scuole all’aperto volte a risanare il cropo ed educare la mente.
Di infant observation e controllo delle nascite trattano Laura Mori e Alessandra Gissi. Anziché partire dall’età scolare, come di solito, l’intento qui è arrivarci guardando - come e perché lo spiega bene l’introduzione - anche ai neonati, ai mai nati, ai più piccoli.
Data recensione: 16/01/2005
Testata Giornalistica: Il Sole - 24 Ore
Autore: Armando Massarenti