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Questa "Raccolta ragionata di antichi idiotismi nella parlata, nei canti popolari, nei giochi infantili della Firenze granducale" come recita il

Questa "Raccolta ragionata di antichi idiotismi nella parlata, nei canti popolari, nei giochi infantili della Firenze granducale" come recita il sottotitolo, è uno di quei libri che, appena letta la recensione, andiamo subito a comprare. Libri pregevoli e rari, che nessuna Mondadori pubblicherà mai, occupate come sono le grandi case editrici a stampare le idiozie da milioni di copie, oggi offerte nei supermercati accanto all’olio di semi e agli assorbenti colle ali. Non si rammarichi dunque l’autore e non se la prenda coi critici che lo potrebbero accusare di aver inventato l’acqua calda. Non lo faranno. Del resto come scrisse il Tommaseo presentando il suo Dizionario dei Sinonimi, "Chi vuole imbandigione più lauta, apparecchi da sé". E così godiamoci questa bella carrellata di vernacolo che ha curato Giovanni Carré, sottolineando (citiamo dalla sua introduzione) come "L’antica parlata fiorentina che non ha nulla del perbenismo manzoniano delle vocine a caccola… che si è perduta nella prosa dei novellieri nostrani fine Ottocento, come il Giusti, il Fucini, il Paolieri che sono arrivati a mettere in bocca ai barrocciai di Borgo Tegolaio e ai trippai di S.Spirito in vena di moccoli, il ridicolo "permio". Queste osservazioni le facevamo anche nel nostro "VOCABOLARIO DEL VERNACOLO FIORENTINO" (Libreria Chiari ed.) a proposito di Ferdinando Paolieri che usava frequentemente con evidenti e palesi esagerazioni un lessico corrotto che vorrebbe nelle intenzioni riproporre… la vera parlata contadina… marcature che sono particolarmente evidenti nell’uso disinvolto del participio passato: diciuto, risponduto… nella palatalizzazione della l preconsonantica; scaizzo, caidda ecc. ecc." Valdré che è livornese sa benissimo che un fiorentino quando moccola, moccola, senza ricorrere ad astrusi eufemismi come il citato "ridicolo permio". Del resto come abbiamo letto in una vecchia intervista a Roberto Benigni (è riportata nel libro I BERNESCANTI della stessa Editrice Polistampa) a Firenze il moccolo è quasi cultura. Ben venga dunque questa riproposta dei "fiorentinismi", soprattutto per rinfocolare il nostro quasi incenerito vernacolo e salvarlo dall’estinzione. "Ce ne fossero di appassionati cultori della tradizione linguistica fiorentina e Toscana (ma anche romana o napoletana) che ci offrono simili leccornie! E anche di editori come il nostro Mauro Pagliai che investono sulla tradizione, e qualche volta ci rimettono anche".
Data recensione: 17/11/2005
Testata Giornalistica: toscanafolk.it
Autore: Alessandro Bencistà