chiudi

Quattordici milioni di euro l’anno. A tanto ammonta il mercato "sommerso" del tartufo in Toscana, dove il numero di coloro che rinnovano il patentino

Cresce il fenomeno della vendita "a nero". Un libro edito da Polistampa.

Quattordici milioni di euro l’anno. A tanto ammonta il mercato "sommerso" del tartufo in Toscana, dove il numero di coloro che rinnovano il patentino per la ricerca è sempre più basso. Una stima probabilmente per difetto, fatta incrociando i quattromila euro di prodotto commercializzati in media da un tartufaio, secondo un sondaggio della Federazione nazionale associazione tartufai italiani e i patentini, che nella nostra regione sono 3496, dati del 2004. Al primo posto Firenze con 857 rinnovi, quindi Pisa, 797 e Arezzo, 792. Sommerso perché la vendita avviene in maniera del tutto informale, senza il rilascio di fatture fiscali.
Il grosso della produzione proviene dalla provincia di Pisa, in particolare tra Volterra, Monte Scudaio e San Miniat, poi nella zona delle Crete senesi, in provincia di Arezzo, specialmente nell’alta Val Tiberina, mentre per Firenze si concentra nel Mugello, al confine con l’Emilia Romagna. Questi dati sono stati resi noti nel corso della presentazione del libro "Il buon tartufo usi e costumi del ‘diamante della tavola’", scritto dal giornalista e sommelier fiorentino Aldo Fiordelli ed edito da Polistampa. "Il problema principale – spiega Fiordelli – è la scarsità di controlli. In Umbria ci sono oltre seimila patentini, quasi il doppio, in Toscana come in altre Regioni, ogni anno circa il 60% non viene rinnovato, per cui i tartufai sarebbero almeno seimila". Oltre ai controlli sarebbe poi auspicabile un censimento per sapere in maniera attendibile l’entità del raccolto: "Sarebbe utile a livello ambientale, poiché i fenomeni di "bracconaggio" sono sempre più frequenti e difficili da combattere. Per accaparrarsi qualche tartufo in più c’è il rischio di distruggere tartufaie naturali, così col passare degli anni la quantità diminuisce indipendentemente dalle condizioni climatiche". E con riflessi pure sulle quotazioni. Al momento sono piuttosto basse rispetto agli altri anni, ma già le piogge dell’ultimo fine settimana hanno causato un sensibile rialzo, passando da 1100 a 1500 euro al chilo per il "bianco", cifra comunque ancora ben distante dai 4600 euro raggiunti nel dicembre del 2003.
Data recensione: 08/11/2005
Testata Giornalistica: Il Corriere di Firenze
Autore: Alessandro Bartolini