chiudi

Icona di tutte le icone, forse il quadro più famoso del mondo, immortale ed enigmatico capolavoro di Leonardo da Vinci, la Gioconda (come la chiamiamo noi) o Monna Lisa (come preferiscono chiamarla gli anglosassoni seguendo la lezione del Vasari) ne ha su

Icona di tutte le icone, forse il quadro più famoso del mondo, immortale ed enigmatico capolavoro di Leonardo da Vinci, la Gioconda (come la chiamiamo noi) o Monna Lisa (come preferiscono chiamarla gli anglosassoni seguendo la lezione del Vasari) ne ha subite di tutti i colori, dall’oltraggio del furto del 1911 ai baffi di Duchamp. Ora uno studioso fiorentino esperto di iconologia, Renzo Manetti, l’ha addirittura spogliata con l’intenzione di dimostrare che di Gioconde Leonardo ne dipinse due, una vestita e una desnuda. Come la Maja di Goya, Monna Lisa Gherardini del Giocondo, la probabile modella del quadro, amante di Giuliano de’ Medici, sarebbe stata ritratta in due versioni: quella dell’amor sacro e quella dell’amor profano. Le due Veneri della tradizione neoplatonica, la celeste e la volgare, sarebbero trapassate nei pennelli del maestro, immerso nel periodo romano nello studio di filosofia e dottrine esoteriche. Il volto nascosto dell’Umanesimo torna ad affacciarsi nella nostra cultura intrisa di alchemiche vacuità. Ma forse stavolta la traccia è più consistente di un romanzo di Dan Brown, prova ne sono le 62 copie antiche del dipinto leonardesco, alcune delle quali già in versione senza veli, che troviamo nei musei europei e nelle collezioni private inglesi. La più famosa delle quali è la Monna Vanna del Salaino, allievo di Leonardo che collaborò con il maestro seguendolo anche in Francia. La sua Lisa discinta, seduta su un balcone a seno scoperto, sarebbe molto simile a quella che componeva il dittico dipinto da Leonardo per rendere omaggio alla stessa divinità, nei due diversi aspetti dell’anima umana. Persa per sempre, la Monna Lisa desnuda di Leonardo rivive nel libro Il velo della Gioconda (Polistampa, pagg. 176, euro 16) nei minimi dettagli, visto che per Manetti esistono almeno una decina di riproduzioni e opere di soggetto analogo eseguite dai discepoli del maestro. Lo stesso Raffaello sarebbe stato ispirato dalla Gioconda Nuda per le due famose figure femminili della Velata e della Fornarina. I due volti della Gioconda, o meglio le due Gioconde gemelle, potrebbero celare anche un messaggio sessuale a chiave, se è vero che il Salaino, al secolo Gian Giacomo Caprotti, allievo prediletto e amante di Leonardo e dunque, sostengono alcuni, la bellezza nuda ritratta a quattro mani potrebbe essere anche un ritratto maschile rielaborato addirittura con il contributo materiale di Leonardo, come dimostrano i più recenti studi spettrografici, che propendono per un intervento a quattro mani sulla nudità della presunta Monna Lisa.
Data recensione: 17/11/2009
Testata Giornalistica: Il Mattino
Autore: Santa Di Salvo