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Nuova e suggestiva interpretazione: Monna Lisa sarebbe stata amica e «musa» di Giuliano de’ Medici  Una Marilyn “ante litteram”, che con la bionda più sexy dei tempi moderni non ha in comune soltanto una vita indecifrabile e ancora indecifrata (così come una certa generosità di forme), ma anche, a quanto sembra, l’essere stata amante dei potenti. L’ultima ipotesi suggestiva sul personaggio dipinto da Leonardo arriva dalla studiosa e storica dell’arte Josephine Rogers Mariotti, secondo la quale l’effigie di Lisa venne commissionata da Giuliano de’ Medici al pittore di Vinci. Ciò aprirebbe scenari mai ipotizzati fin qui: la Gioconda mante (o musa?) di uno dei rappresentanti della grande dinastia fiorentina. Una simile informazione se vera sdoganerebbe certo l’immagine che il mondo ha di lei (immobile ed enigmatica figura), restituendole paradossalmente una certa umanità.I documenti che supportano la tesi della studiosa di Chicago e fiorentina d’adozione, stanno per essere pubblicati nel volume «Monna Lisa. La Gioconda del Magnifico Giuliano», edito da Polistampa e da novembre in libreria. Il lavoro «è frutto di ricerche lunghe, intense e intelligenti – spiega Antonio Natali, direttore degli Uffizi e autore della prefazione dell’opera – che Josephine ha condotto per proiettare una luce verosimile su un quadro celebrato fino alla mistificazione, sulla donna in esso ritratta, sulle relazioni che corsero tra Francesco del Giocondo e la famiglia medicea e, finalmente tra Lisa medesima e Giuliano de’ Medici». Sarebbe verosimile, insomma, per Natali una relazione che renderebbe «plausibile la congettura per l’identità (per lo più rigettata) fra il ritratto di Lisa ricordato da Vasari e quello commissionato a Leonardo da Giuliano (conforma alla memoria serbata da Antonio de Beatis)». La scoperta della Mariotti si presenta, infatti, come il tassello mancante del dibattito sull’identità della modella di Leonardo. L’interrogativo che si rincorre da sempre nelle menti degli studiosi su chi sia “questa” Gioconda, fino ad adesso ha cercato risposta nelle uniche due fonti, ritenute però contraddittorie. Da una parte le parole del Vasari che, nelle celebri “Vite” (1550), identifica la donna ritratta come «Monna Lisa del Giocondo», moglie del mercante di seta fiorentino Francesco Bartolomeo del Giocondo. Dall’altra, la testimonianza datata 1517 di Antonio de Beatis, segretario del Cardinale Luigi D’Aragona, che descrive l’opera come un ritratto commissionato da Giuliano de’ Medici. Fino a ora mai nessun legame tra i due era stato supposto, tanto da lasciare perplessi gli studiosi davanti alle due testimonianze. Spiega oggi la Mariotti che «qualcuno, nel cercare di conciliare le due fonti», è arrivato a buttarla sullo scherzo, come Aldo De Rinaldis che nel 1925 prendeva in considerazione la possibilità che Monna Lisa fosse l’amante adulterina di Giuliano, idea sviluppata nella storia romanzata di Pierre La Mure e abbaracciata da Fiorenzo Laurelli in tempi relativamente recenti».I documenti che hanno indirizzato la studiosa alla scoperta «sono stati trovati nell’Archivio di Stato, nel fondo di Sant’Orsola», ci racconta la Mariotti. «È passato qualche anno – spiega – da quando, rovistando fra alcune carte d’archivio, ho scoperto che Francesco del Giocondo, marito della meglio nota monna Lisa Gherardini, era un sostenitore della famiglia dei Medici». A «incastrare» il nobile sarebbe stato quindi un registro di spese di casa Medici. «Nella fattispecie – spiega la studiosa – quello del cardinale Giovanni, poi papa col nome di Leone X, trovato tra le carte dell’antico convento fiorentino di Sant’Orsola». Oltre ad attestare l’esistenza di relazioni commerciali tra le due famiglie, «i documenti rivelano un ancor più stretto legame politico e finanziario tra Francesco del Giocondo e i fratelli Giovanni e Giuliano de’ Medici al tempo del loro rientro a Firenze da un lungo esilio, nel settembre del 1512». Questi indizi, conclude la Mariotti «comprovano, a mio modo di vedere, non solo una reciproca conoscenza, ma anche un probabile rapporto di amicizia tra Francesco e i fratelli Medici».Ma per la storica d’arte il legame emerso tra Lisa e Giuliano più che di natura amorosa, come supposto scherzosamente nel 1925 da De Rinaldis, somiglierebbe a qualcosa di platonico. In sintesi, la Gioconda sarebbe stata per il Medici una sorta di musa, l’incarnazione della donna ideale secondo la consuetudine stilnovistica e petrarchesca: una Beatrice dantesca, piuttosto che la Lucrezia Donati del Verrocchio, o la Laura di Petrarca (giustappunto). Dopo la data di morte – anche questa frutto della scoperta di un altro studioso fiorentino, Giovanni Pallanti, che nel gennaio del 2007 dichiarò di averla individuata nel 15 luglio 1542 (a 63 anni) sulla base di documenti già passati al vaglio della stessa Mariotti – ecco che un’altra «verità» sulla Gioconda si affaccia sempre dalle mura del convento di Sant’Orsola. C’è solo una domanda che sfugge: ma il volto che Leonardo dipinse e che adesso troneggia su una delle pareti del Louvre, è davvero quello di Lisa oppure no? Se fosse vera la seconda delle due ipotesi, Monna Lisa del Giocondo altro non sarebbe che una Marilyn “ante litteram”. E la Gioconda ancora un mistero.
Data recensione: 03/10/2009
Testata Giornalistica: Il Giornale della Toscana
Autore: Cristina Manetti