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Dieci anni di ricerche documentali, storiche e artistiche hanno dato vita ad una prestigiosa pubblicazione che racconta, anche grazie a tanti inediti, i primi cento anni della Fabbrica di Doccia, dalla sua fondazione da parte

Un recentissimo libro di Alessandro Biancalana ne racconta la storia attraverso le voci dei protagonisti, con testimonianze inedite e qualche piccolo segreto Dieci anni di ricerche documentali, storiche e artistiche hanno dato vita ad una prestigiosa pubblicazione che racconta, anche grazie a tanti inediti, i primi cento anni della Fabbrica di Doccia, dalla sua fondazione da parte del marchese Carlo Ginori nel 1737 fino alla morte del nipote Carlo Leopoldo Ginori Lisci, avvenuta nel 1837; ne è autore Alessandro Biancalana, studioso che da oltre venticinque anni si occupa di porcellana con interesse particolare proprio alla fabbrica dei Ginori. “Si sentiva bisogno - scrive Biancalana nella prefazione al volume - dopo una riscoperta della Manifattura Ginori partita nel 1996, di mettere nuovamente qualche punto fermo, di riassumere molti contributi di svariati autori e di dare una base di lavoro e stimoli per quegli studiosi che vorranno ulteriormente cimentarsi in un esame scientifico della Fabbrica di Doccia”. Ma il volume non è soltanto questo, ci sentiamo di aggiungere che è soprattutto una avvincente “storia” fruibilissima anche da parte di chi non è uno studioso, ma semplicemente un appassionato di ceramica. Il racconto, infatti, è molto vivace e giocato su più piani: se da un lato un apparato iconografico di rara ricchezza documenta passo dopo passo il percorso artistico seguito dalla Fabbrica, dall’altro l’autore ha scelto di ricorrere per la narrazione alle voci stesse del fondatore Carlo Ginori e dei due suoi successori, Lorenzo Ginori e Carlo Leopoldo Ginori Lisci, che ascoltiamo attraverso i loro intensi scambi epistolari con gli artisti, i clienti, i fornitori, gli studiosi, i direttori delle accademie…. Tutto questo, sommato ad analisi dei comparti della scultura e delle decorazioni pittoriche sia per la maiolica che per la porcellana, nonché ad approfondimenti di carattere più propriamente tecnico, offre una inedita chiave di lettura dei meccanismi produttivi e delle scelte artistiche ed organizzative, che hanno consentito ad un imprenditore illuminato e sicuramente ante litteram di dar vita a questa stupefacente esperienza artistica ed industriale , che fino ad oggi, pur tra mille difficoltà, ancora resiste.Sicuramente, il carattere forte aduna storia aziendale tanto vigorosa lo impresse il suo stesso fondatore, che Biancalana descrive come custode di una consolidata tradizione artistica, filosofica politica e commerciale, ma anche espressione di una inquietudine culturale e di una curiosità che si tramutano in desiderio di nuove conoscenze e che fanno di lui un precursore di una concezione decisamente moderna dell’uomo e della scienza. Questo emerge dalle sue lettere, nelle quali si intrecciano istruzioni e descrizioni tecniche a riflessioni profonde sullo stile e sulla bellezza, il tutto ricompreso da un amore profondo per la materia e per il colore. Un personaggio illuminato, il marchese Carlo, che sa scegliere i propri collaboratori e stabilire con loro rapporti solidi e privilegiati tali da consentirgli di attribuire loro incarichi importanti, il tutto vissuto in un clima di misura e pacatezza, completamente diverso dal clima di terrore e segretezza tipico delle manifatture europee dell’epoca. La pubblicazione ha visto la luce grazie anche al contributo del Museo della Ceramica di Montelupo, una delle istituzioni più attive a livello internazionale non solo sul piano della conservazione museale, ma anche nel campo della ricerca e della valorizzazione culturale della storia della ceramica (naturalmente con un riferimento particolare a quella toscana), che ha per questo ritenuto suo compito quasi “istituzionale” sostenere un lavoro tanto importante per la ricostruzione storica di una manifattura toscana. E inoltre, come sottolinea il direttore del museo Fausto Berti “la rinascita della ceramica di qualità a Montelupo è intimamente connessa con il trasferimento della famiglia Fanciullacci – una vera costola della manifattura ginoriana – a Capraia Fiorentina e nel 1913 nella nuova fabbrica del centro valdarnese”. Infatti, l’esperienza dei Fanciullacci ha facilitato lo sviluppo della produzione chimica d’eccellenza nota in tutto il mondo. Definire “costola” della manifattura Ginori la famiglia Fanciullacci non è eccessivo: il primo Fanciullacci, Jacopo, entra in scena nella vicenda di Doccia nel 1747, a soli dieci anni, cioè, dalla nascita della manifattura. Il suo ruolo è quello di “Ministro”, una specie di direttore di fabbrica che che non solo governa l’attività, ma anche funge da trait d’union tra il marchese Carlo Ginori – nominato governatore di Livorno - e la manifattura stessa. Jacopo per il marchese è figura di assoluta fiducia, lo chiama Jacopino; e non solo, è anche un genio nella formulazione dei colori, che riescono a rendere vassoi, vasi, terrine … dei “veri portenti” (sono parole di Carlo Ginori)!! Da questo momento, mentre si susseguono le generazioni dei Ginori alla guida della fabbrica si susseguono anche nel rapporto di collaborazione con loro le generazioni dei Fanciullacci, nel ruolo di “ministri”, pittori, disegnatori, chimici: ad esempio, nel 1811 troviamo Giuseppe Fanciullacci che accompagna il marchese Carlo Leopoldo in un lungo viaggio in Campania, nel corso del quale incontrano insieme personalità di grande spicco. Il volume, edito da Polistampa, è articolato non secondo un canonico ordine cronologico, ma per aree di trattazione: ad una prima parte dedicata ai proprietari, alla maiolica e ai principali artefici fa seguito un interessantissimo approfondimento sulle materie prime, sugli impasti, sugli smalti e sui colori utilizzati dalla Manifattura Ginori. Come scrive Lionardo Lorenzo Ginori Lisci nell’introduzione all’opera, queste pagine portano a conoscenza di un ampio pubblico dettagli della fabbricazione, modellazione e decorazioni pittoriche di una antica e prestigiosa attività, citando e raccontando la vita, il lavoro, l’esperienza, le capacità artistiche di tutti coloro che vi hanno contribuito, insieme con la ricerca, la sperimentazione delle materie prime e dei materiali necessari per la produzione delle opere d’arte.
Data recensione: 01/09/2009
Testata Giornalistica: CER Il giornale della ceramica
Autore: Elena Pasoli