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Nel cammino percorso dalla storia dell’ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze da quel lontano anno di fondazione (1288), la data 1783 rappresenta una tra le tappe più significative. La volontà riformistica del

Nel cammino percorso dalla storia dell’ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze da quel lontano anno di fondazione (1288), la data 1783 rappresenta una tra le tappe più significative. La volontà riformistica del Granduca Pietro Leopoldo di Lorena e la determinazione del commissario Marco Girolami Covoni conducono in quell’anno alla redazione del Regolamento del Regio Arcispedale di S. Maria Nuova di Firenze. Un testo che ebbe grande importanza non solo per lo scorcio di secolo in cui venne redatto: i caratteri funzionali-organizzativi e gestionali che trovarono codificazione nel Regolamento (e che furono ribaditi nell’edizione del 1789 ampliata al complesso di Bonifazio) continuarono a rappresentare infatti, anche per tutto il secolo successivo, un punto di riferimento per l’ambito sanitario nazionale ed internazionale. Un riferimento che, in sintonia con gli impulsi riformisti seguiti agli esempi inglesi e alle vicende inerenti alla ricostruzione dell’Hotel Dieu parigino, si impose non solo per l’analisi di una funzionalità sanitaria in via di trasformazione, ma anche per le innovazioni tecnologiche che venne a codificare.
Non è stato scritto molto su questo testo nella sua interezza trovandosi per lo più citato in forma frammentaria in studi volti ad esaltare ora l’uno, ora l’altro settore attinente allo svolgersi delle varie mansioni e attribuzioni sanitarie e gestionali dell’ente. Per questo il contributo di Marco Geddes da Filicaia diventa prezioso e nel contempo originale perché, del volume, coglie un aspetto finora mai analizzato né approfondito: quello dell’iconografia del testo, ovvero di quelle VII tavole (divenute X con la redazione del 1789) che insieme ad altre Tabelle e Descrizioni corredano e supportano la pubblicazione.
La sollecitazione a scrivere è derivata a Geddes dal recente trasferimento dal trasferimento delle tirature originali di queste tavole dai solai del complesso del Santa Maria Nuova alla sede del Centro di Documentazione che ha rappresentato un’occasione per avviare una preliminare schedatura e primi restauri e, soprattutto, per proporle al pubblico attraverso una pubblicazione dalla veste editoriale che è risultata altrettanto preziosa.
L’attenta analisi e il confronto con le matrici ancora conservate nel deposito dell’ospedale confermavano l’appartenenza delle tavole all’originaria tiratura del 1789, essendo queste, probabilmente, il residuo della tiratura che il tipografo, una volta effettuata la stampa, aveva depositato presso l’istituzione secondo l’uso del tempo che affidava al committente l’onere della rilegatura.
Le tavole I (Prospetto generale di tutti gli impieghi dei Regi Spedali di S. Maria Nuova e Bonifazio), II (Veduta della fabbrica, piazza, e annessi del Regio Arcispedale di S. Maria Nuova di Firenze), III (Prospetto, e loggia del Regio Arcispedale di S. Maria Nuova di Firenze), VIII (Veduta del R. Spedale di Bonifazio di Firenze per la parte dell’ingresso principale...), IX (Loggia, e facciata principale del Regio Spedale di Bonifazio di Firenze...) sono corredate da una breve ma esaustiva spiegazione del soggetto da parte di Geddes. Invece, nelle tavole IV (Pianta del Regio Spedale di S. Maria Nuova), V (Tavola I del Cammino), VI (Tavola II del Cammino), VII (Tavola III del Cammino), X (Pianta di tutto il tenimento del Regio Spedale di Bonifazio) la spiegazione dell’Autore viene ad implementare una Descrizione originale nella quale, in dettaglio, vengono spiegati i caratteri e, nel caso del “cammino” (ovvero del blocco cucina), la particolare tipologia e funzionalità. Queste ultime cinque tavole sono forse le più belle per accuratezza di incisioni e le più interessanti per alcuni aspetti: le planimetrie dei due ospedali evidenziano l’ultima immagine delle strutture nosocomiali prima delle modifiche che complessivamente verranno, nel corso dell’Ottocento, a stravolgere, nel Santa Maria Nuova, l’assetto a crociera, e nel Bonifazio, il confuso assemblaggio delle infermerie, frutto di accorpamento di strutture presistenti.
Un’attenzione particolare è stata assegnata da Geddes alle tavole della cucina anche perché nelle tirature pervenute risultava mancante la Tavola II del Cammino così come risulta mancante in molte delle edizioni attualmente in circolazione sia del Regolamento del 1783 che in quello del 1789. La sua riproposizione, pertanto, all’interno della complessiva sequenza delle tavole diventa di estremo interesse per rarità, per bellezza, e per l’esemplificazione di un servizio ospedaliero per quel tempo straordinariamente all’avanguardia per tecnologia ed efficienza (poteva infatti cuocere fino a 3000 pasti giornalieri).
Data recensione: 01/05/2009
Testata Giornalistica: Toscana Medica
Autore: ––