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Duecento reperti dei depositi del museo archeologico di Firenze esposti nelle sale del museo archeologico e dell’arte della Maremma, a Grosseto. Signori di Maremma: élites etrusche fra Populonia e Vulcente è la mostra che apre

Duecento reperti dei depositi del museo archeologico di Firenze esposti nelle sale del museo archeologico e dell’arte della Maremma, a Grosseto. Signori di Maremma: élites etrusche fra Populonia e Vulcente è la mostra che apre il 14 giugno e accompagna il visitatore nei luoghi da cui provengono una grande varietà di oggetti, molti dei quali inediti. Un’esposizione arricchita dalla possibilità di avventurarsi nei luoghi dove gli oggetti sono stati rinvenuti, alla scoperta di storie antiche e misteriose. Una mostra e due itinerari, il primo da sud verso nord (attraversa i siti di Roselle, Vetulonia, Populonia e il lago dell’Accesa) e il secondo da nord a sud (che parte da Pitigliano e arriva a Sorano e Vulci). L’esposizione, curata dalla vice soprintendente peri i beni archeologici della Toscana Carlotta Cianferoni, attraversa il VII e VI secolo avanti Cristo – e una zona – la Maremma nel periodo in cui era popolata dagli Etruschi – legati dalla forte presenza nel territorio dei «Principes». Questi «Signori della Maremma», erano aristocratici di varia estrazione,- proprietari terrieri, uomini politici, militari –che avevano fatto fortuna con il commercio dei metalli e minerali ed erano depositari di enormi patrimoni che li mettevano in contatto con il Mediterraneo e il Medio Oriente. «La qualità e la quantità degli oggetti ritrovati è tale che sarebbe impossibile continuare ad ospitarli tutti nel museo archeologico di Firenze – osserva la soprintendete ai beni archeologici della Toscana Fulvia Lo Schiavo – quando il ripristino del museo fiorentino sarà completato, speriamo in tempi brevi, a Firenze rimarranno le collezioni, mentre il materiale di nuovo rinvenimento rimarrà nei musei locali. Già oggi, i reperti recuperati negli scavi più recenti sono conservati nei musei delle città dalle quali gli oggetti provengono». Un percorso che attraversa  la vita, con oggetti d’uso quotidiano, e la morte con monili rinvenuti nelle tombe, che hanno permesso agli archeologi di ricostruire usanze e tradizioni della popolazione che viveva nel sud della Toscana e nel nord del Lazio nel periodi di massimo splendore della civiltà etrusca. Ventagli di bronzo, elmi, oggetti ornamentali, e da toeletta (come un portaprofumo in alabastro), e poi un servizio per il banchetto (compreso di grattugia per il formaggio), un simposio con gli alari per il fuoco e svariati pezzi in ceramica, sono solo alcuni oggetti esposti, tutti ritrovati nelle cinque aree protagoniste degli itinerari. Il percorso consigliato comincia dalla mostra per poi allontanarsi verso i luoghi da cui gli oggetti provengono. Da una parte Vetulonia e Roselle con le rispettive aree archeologiche e il museo di Massa Marittima, dall’altra, andando verso Pitigliano, il museo «città dei vivi, città dei morti», il parco «la città del tufo» e più giù Vulci, in provincia di Viterbo, con il suo sito archeologico e naturalistico. Dalla zona si Populonia e Vetulonia provengono gli oggetti dei «Signori di città», mentre più a sud, da Marsigliana d’Albegna e Pitigliano, i reperrti dei «Signori di campagna».
Data recensione: 11/06/2009
Testata Giornalistica: Corriere fiorentino
Autore: Ludovica Valentina Zarrilli