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Probabilmente non c’è luogo, personaggio evento della Toscana che Giorgio Batini, il nostro direttore, non abbia illustrato nei suoi molteplici volumi, nelle sue migliaia di articoli. Nella motivazione del recente Premio

Probabilmente non c’è luogo, personaggio evento della Toscana che Giorgio Batini, il nostro direttore, non abbia illustrato nei suoi molteplici volumi, nelle sue migliaia di articoli. Nella motivazione del recente Premio Firenze, a lui assegnato per la narrativa, si parla di un Batini che ha illustrato la Toscana con la passione del “grande Repetti”. Un complimento forse eccessivo, ma indubbiamente vicino alla realtà e certamente lusinghiero.Quello di Batini è un grande mosaico toscano al quale sembrava non potessero mancare più tessere, ma l’infaticabile scrittore è uscito in questi giorni con La Toscana delle balene, rivelandoci un passato poco noto della nostra regione, un passato remotissimo. Siamo nel Pliocene, quando nel massimo momento dell’oceanizzazione del Mediterraneo, la Toscana viene invasa dal mare, e vaste zone interne (intorno alle nostre città) sono bagnate dai flutti nei quali nuotano balene, balenottere, frotte di squali, barracuda, perfino sirene. Questa Toscana sarebbe sconosciuta se non fosse stata rivelata dalle scoperte di fossili da parte degli archeologi specializzati in paleontologia, tra i quali, citatissimo dall’autore, il fiorentino Simone Casati con i suoi ricercatori di Scandicci, che hanno fatto straordinarie scoperte di “balene”, oltre a rinvenire nel suolo migliaia di conchiglie ora esposte nel museo del GAMPS di Scandicci.Il libro ripropone la storia anche dei fossili scoperti in altre epoche e ora raccolti nei musei. Una guida insolita, curiosa, che ci fa conoscere contrade come il Chianti o la Maremma quando in toscana c’era più acqua che terra.
Data recensione: 01/11/2008
Testata Giornalistica: Toscana Qui
Autore: ––