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È stata inaugurata ieri, lunedì 4 maggio, la mostra pittorica del francese Michel Lecoque “Itinéraire” ospitata dall’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze, che sino al 31 maggio presenterà al

FIRENZE aise - È stata inaugurata ieri, lunedì 4 maggio, la mostra pittorica del francese Michel Lecoque “Itinéraire” ospitata dall’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze, che sino al 31 maggio presenterà al pubblico una quarantina di oli e una cinquantina di disegni dell’artista francese. Cresciuto dai nonni fino all’età di 8 anni come un bambino dei boschi, sui Monts du Cantal, Lecoque sviluppa allora il suo profondo legame con la terra e la capacità di dialogare con essa, rispettandone i tempi e i moduli comunicativi. Fin dalla gioventù decide di dedicare la propria vita all’arte, viaggiando soprattutto in Europa alla ricerca di luoghi e situazioni da ritrarre alla maniera assolutamente unica che da sempre caratterizza la sua produzione. Nel catalogo Polistampa che accompagan la mostra, Francesco Gurrieri definisce “figuratività destrutturata e riaffidata alla tela” quella tramite cui Lecoque sembra interpretare questo nostro tempo, “con le certezze in dissoluzione, con l’ironia e il dramma sempre compresenti, col definito accompagnato sempre e irreversibilmente dall’indefinito. Che è poi il mondo degli “ossimori” che stiamo somatizzando e accettando nella nostra vita quotidiana”. Anche lo scrittore Jean-Pierre Chérès analizza l’originalità della rappresentazione di Lecoque, definendo la sua pittura come esigente in quanto pretende il distacco, la distanza. “Il primo sguardo è confusione, il secondo è diffusione (come fa la luce), il terzo è fusione (come la materia nel crogiolo). Non impone la visione: ti costringe a scoprirla, a reinventarla. [...] potremmo osar dire che essa è impressionismo ed espressionismo nello stesso momento, concrezione della luce e astrazione del colore, letizia dell’occhio e dramma dello spirito. Si potrebbe anche tentare di riassumere: musica della materia, lirismo del colore, fisica della luce, sensualità fattasi vibrazioni, intelligenza sensibile: il superiore pregio della mano, dell’occhio e della mente riconciliati, l’esigenza del pensiero”. (i.g.aise)
Data recensione: 05/05/2009
Testata Giornalistica: Aise
Autore: Irene Gherardotti