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L’associazione onlus “Un tempio per la pace” (www.http://www.untempioperlapace.it) da 12 anni lavora per creare le condizioni di un dialogo interreligioso ed interconfessionale al fine di contribuire al diffondersi di

L’associazione onlus “Un tempio per la pace” (www.http://www.untempioperlapace.it) da 12 anni lavora per creare le condizioni di un dialogo interreligioso ed interconfessionale al fine di contribuire al diffondersi di una cultura di pace. Quest’anno il Comune di Firenze ha deciso di assegnare una sede all’associazione, dando così risposta a una richiesta che negli ultimi anni ha suscitato sempre maggiore attenzione nella nostra città. Si tratta di uno spazio di 200 metri quadri in via Gian Paolo Orsini, destinato ad accogliere la segreteria, la Biblioteca per la Pace, un centro studi, spazi per altre associazioni, e un’ampia sala per gli incontri, meditazioni, conferenze, spettacoli, esposizioni e quant’altro possa promuovere cammini di pace. Il luogo (una macelleria abbandonata da anni) è concesso in affitto e richiede molti lavori di restauro. Cui tutti sono chiamati a contribuire. Il 9 aprile al Saloncino della Pergola viene messo in scena lo spettacolo Il mio nome è mai più, che rappresenta il lancio della campagna di sottoscrizione per realizzare i lavori. “Il mio nome è mai più” è la storia del movimento pacifista visto attraverso gli occhi di una bandiera della pace. Occhi critici, disillusi, ma ancora pieni di speranza. Occhi di chi ne ha viste passare tante, sia pure in un volgere di tempo assai breve. Dalle fiumane di persone in piazza agli sparuti drappelli in presidio di fronte a chissà quale palazzo oramai immemore e sordo: la nostra bandiera racconta sogni, ideali, successi e disfatte di chi ha animato uno dei movimenti più significativi che ha attraversato la società occidentale contemporanea. Tanto da essere definita dal New York Time la “seconda superpotenza” del mondo. L’opinione pubblica generale ha dapprima abbracciato e poi abbandonato l’ideale della pace “senza se e senza ma”. Una bandiera della pace, sopravvissuta insieme a poche altre alla grande ondata, si chiede come e perché questo sia potuto accadere. Parlando di sé a sé, ma anche di noi, a noi. “Il mio nome è mai più” è anche una critica all’uso delle parole: taciute e stravolte se scomode al potere. Urlate e pervasive quando inutili o necessarie al ristabilimento dello status quo. Domenico Guarino lavora come giornalista presso l’emittente radiofonica Controradio/PopolareNetwork. Nel 2006 ha vinto il premio letterario “Raccontare la periferia” organizzato dal Gabinetto Viesseux. Nell’ottobre 2007 è stata messa in scena la sua prima pièce teatrale La ballata del lavavetri - atto unico contro l’ipocrisia del potere. Vincitore del premio letterario 2007 “Firenze per le culture di pace. Dedicato a Tiziano Terzani” (Sezione inediti) promosso dall’Associazione Un Tempio per la Pace, con il racconto Il mio nome è mai più. Nel 2008 si è aggiudicato il premio “Piero Passetti” dell’Unione nazionale cronisti. Ha pubblicato un libro di racconti dal titolo “Di domenica si può anche morire” (Selezioni narrative Polistampa) e “Dialogo tra Uomo e Rom” (Edizioni FuoriBinario). Prossimamente uscirà il suo ultimo libro “Ordine Nuovo”. Saverio Tommasi è attore e regista, direttore artistico di Cabina Teatrale e della stagione teatrale del Teatro Gorinello. Gira l’Italia con spettacoli di impegno e documentazione civile. Il suo sito è: www.saveriotommasi.it
Data recensione: 03/04/2009
Testata Giornalistica: L’Altracittà
Autore: ––