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Nato nella scuola, attraverso l’apporto diretto degli alunni della I F media, e indirettamente di quello dell’intero paese, il volumetto rappresenta una sintesi della parlata più autentica e della vita che gli anziani svolgevano nel comune di Borgo San Lo

Nato nella scuola, attraverso l’apporto diretto degli alunni della I F media, e indirettamente di quello dell’intero paese, il volumetto rappresenta una sintesi della parlata più autentica e della vita che gli anziani svolgevano nel comune di Borgo San Lorenzo nel Mugello, quando ancora le tradizioni non erano state eccessivamente inquinate dalla pressione livellatrice esterna. Prima che all’insegnante balenasse l’idea di questa iniziativa, non era stato possibile trovare alcun affiatamento nella scolaresca. «L’elemento di coesione si profilò quasi spontaneamente quando, nei primi incontri con la classe, i ragazzi, invitati a riferire le loro personali esperienze di vita familiare, scolastica e paesana, si appassionavano nella descrizione delle feste, delle usanze del paese e delle famiglie. Nel fervore dei racconti di vita vissuta, l’esigenza di “parlare perbenino” veniva meno, e la spontaneità del Mugellano si scopriva in tutta la sua immediata originalità. Ne conseguì la messa a punto di qualche riflessione sulle diverse forme del linguaggio e una diversa e nuova considerazione della parlata locale che poteva essere ascoltata e collocata al centro della nostra attenzione.
Il lavoro si articolava in due tempi: il momento individuale o paesano della raccolta del materiale linguistico, attraverso la scelta della “fonte”: i nonni, i parenti, gli amici, che venivano coinvolti e intervistati; e il secondo momento del confronto in classe, dove voci e modi di dire venivano illustrati, ordinati, interpretati e corredati di esempi». (p.3).
Venuta dal di fuori, M. L. Vallomy è stata in grado di cogliere contrastivamente con la propria parlata, quanto di più genuino era stato tramandato in quella del Mugello, giungendo a un vaglio puntuale e a una scelta sobria e sostanziosa del materiale più caratteristico, tanto di quello linguistico, quanto di quello etnografico, emergente da proverbi e commenti. Ogni entrata diventa così una “succiola”, da gustare intensamente, appena cavata dall’acqua borbottante sul fuoco e posta sulla tavola.
Data recensione: 01/01/2010
Testata Giornalistica: Salesianum
Autore: Remo Bracchi