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Fra la sessantina di volumi usciti dalla sua penna “Lorenzaccio” era quello che amava di più, perché sentiva quel ribelle molto vicino. Il rimpianto maggiore è stato quello di non riuscire a pubblicare una biografia sulla

Fra la sessantina di volumi usciti dalla sua penna “Lorenzaccio” era quello che amava di più, perché sentiva quel ribelle molto vicino. Il rimpianto maggiore è stato quello di non riuscire a  pubblicare una biografia sulla garibaldina Jesse White Mario, personaggio ricco di fascino, mai approdato come avrebbe meritato. Marcello Vannucci, morto l’altro ieri a 88 anni, è stato uno dei narratori più prolifici sulla storia di Firenze. Nato nel 1921 a Sesto, laureato in lettere, matria che aveva a lungo insegnato, Vannucci era cresciuto fin da piccolissimo nell’ambiente dell’Antico Fattore (il ristorante del padre dove aveva conosciuto De Chirico, Rosai, Quasimodo e tanti altri). Amico di Montale e Saviane, era direttore della rivista illustrata ‘Firenze ieri oggi domani’ e aveva fatto parte della giuria di molti premi letterari. Con Polistampa di lui sono apparsi “L’avventura. Da Giovanni delle Bande Nere ai Concini”, “Eros nella città dell’iris” e altro.“Uomo di cultura – ricorda il sindaco Domenici – Vannucci ha saputo offrire pagine in cui attraverso la passione per lo strudio e per la ricerca traspariva sempre l’amore per la città nella quale viveva”. “È scomparso un grande fiorentino” aggiunge l’assessore alla cultura Giani. “Vannucci – commenta il sindaco di Sesto, Gianassi – ha dato lustro alla sua città natale”. Messaggi di cordoglio sono giunti anche dal presidente del consiglio regionale Nencini.
Data recensione: 18/02/2009
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Duccio Moschella