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S’intitola “Casa Collins” e non è una telenovela. Tutt’altro. Non si vede, dunque, ma si legge. Perché “Casa Collins” non solo è un libro ma apre squarci imprevisti sul nostro Risorgimento e sull’eroe dei due mondi che ne fu uno dei protagonisti.

S’intitola “Casa Collins” e non è una telenovela. Tutt’altro. Non si vede, dunque, ma si legge. Perché “Casa Collins” non solo è un libro ma apre squarci imprevisti sul nostro Risorgimento e sull’eroe dei due mondi che ne fu uno dei protagonisti. “Casa Collins” è uno sguardo indiscreto ma con il rigore dello storico e un pizzico di fantasiosità romanzesca sulla famiglia della nobildonna inglese Emma Collins, l’ultima amante di Garibaldi. Storia, come per tutti gli amanti di questo mondo, riesumata dalla scoperta dei biglietti “affettuosi” del nizzardo ritrovati a Roma all’archivio dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano dove per molti anni sono stati conservati, dopo la donazione fatta da Fanny Collins, nipote di Emma, senza che alcuno ne desse il reale valore. Lo ha fatto Barbara Minniti che, proprio servendosi di questi testi, ha costruito il romanzo “Casa Collins – Le memorie della segretaria inglese di Garibaldi” (Polistampa, pp.192, 13 euro) ricostruendo quella avventura amorosa nata sull’isola di Caprera. Un intreccio che in un lontanissimo passato aveva giù avuto un riscontro importante in un articolo di Achille Fazzari pubblicato sul New York Times nel 1916 in cui si azzardava che fosse stata la Collins ad innamorarsi dell’Eroe dei due mondi dopo la scomparsa del marito. La prova provata mancherebbe, ma se ne adombra il sospetto: sarebbero esistite numerose lettere d’amore da lei spedite a Garibaldi ma delle quali non è rimasta traccia concreta. Al Vittoriano, in compenso sono stati ritrovate le missive dell’Eroe alla dama inglese che mostrano un timbro confidenziale dal quale si intuisce un tono sicuramente molto intimo dei rapporti fra i due. D’altra parte fu proprio la Collins ad aver aiutato Garibaldi a fuggire da Caprera nel 1867 e ad averlo ospitato per una notte intera in casa sua, come egli stesso racconta nelle sue “Memorie”. Emma Collins visse alla Maddalena dal 1855 al 1868 vicino ai possedimenti di Garibaldi. Racconta con i suoi occhi un Risorgimento filtrato attraverso i mille personaggi curiosi, patrioti, rivoluzionari, camicie rosse, ufficiali sabaudi e chiunque abbia frequentato quegli ambienti, comprese le vicende che riguardano la vita familiare di Garibaldi e Anita, quella dei loro figli e dei figli avuti dalle altre sue donne mescolate alla propria esperienza personale di dirimpettaia di casa Garibaldi.
Data recensione: 30/12/2008
Testata Giornalistica: Il Giornale
Autore: Stefano Giani