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Dopo Villa Bardini a Firenze, la mostra di George Tatge, “Presenze. Paesaggi italiani”, fa tappa sino all’8 febbraio 2009 al Centro d’Arte Moderna e Contemporanea della Spezia (Piazza Cesare Battisti 1).

Dopo Villa Bardini a Firenze, la mostra di George Tatge, “Presenze. Paesaggi italiani”, fa tappa sino all’8 febbraio 2009 al Centro d’Arte Moderna e Contemporanea della Spezia (Piazza Cesare Battisti 1). Per l’occasione l’autore ha scelto e portato un piccolo nucleo di lavori inediti dedicati al territorio spezzino e ligure.
Con l’esposizione di Tatge il CAMeC ospita nuovamente il linguaggio della fotografia con uno dei suoi più rigorosi rappresentanti, da sempre originale interprete del tema del paesaggio. Attraverso settanta immagini realizzate a partire dagli anni Ottanta sino ai nostri giorni, la mostra, curata da Walter Guadagnini, si presenta come un viaggio nel cuore del paesaggio italiano e segue, attraverso un percorso in tre grandi sezioni, un andamento tematico e non cronologico: si tratta di una progressione di carattere quasi narrativo dalla purezza alla contaminazione, dal predominio della natura alla compresenza di natura e artefatto, dall’assenza alla presenza dell’uomo attraverso i suoi segni. In queste immagini l’uomo esiste, in effetti, solo attraverso le tracce che ha lasciato nello spazio naturale, attraverso i mutamenti che gli ha imposto, attraverso l’impronta del proprio passaggio.
Immagini dell’Italia, dall’Alto Adige alla Sicilia, passando soprattutto per la Toscana e la Liguria, di una terra satura di rimandi mitologici, storici e religiosi. Non immagini che documentano, ma metafore, pagine di un libro che raccontano, una per una, storie, frammenti, sensazioni, nel rigore del bianco e nero. Immagini che non proclamano verità, ma che pongono quesiti sull’uomo e sulla sua ‘presenza’ su questa terra.
Le fotografie di Tatge sono a volte liriche, a volte ironiche, talvolta anche drammatiche, sempre comunque caratterizzate da una straordinaria capacità di lettura e interpretazione del soggetto e da un’altrettanto straordinaria attenzione alla tecnica della ripresa e della stampa, che si evidenzia nelle infinite sfumature e tonalità del suo bianco e nero, memore delle grandi stagioni della fotografia classica, da Edward Weston a Minor White. La mostra è accompagnata da un catalogo bilingue, edito da Polistampa, pubblicato in occasione della mostra ospitata nell’estate 2008 presso Villa Bardini a Firenze.
George Tatge, fiorentino d’adozione, nato a Istanbul nel 1951 da madre italiana e padre americano, inizia a fotografare negli Stati Uniti nel 1966. Laureatosi in letteratura inglese nel Wisconsin, giunge in Italia nel 1973 e già nello stesso anno tiene una personale alla Galleria Il Diaframma di Milano. Da questo momento prende parte alle più importanti mostre che segnano l’avvento di una tradizione della fotografia di paesaggio italiana, caratterizzata dalla particolare attenzione dedicata ai mutamenti in corso sul territorio nazionale tra anni Settanta e Ottanta. Nel 1986 inizia la sua attività di dirigente tecnico-fotografico agli Archivi Alinari, attività che proseguirà fino al 2003. Sue opere fanno parte di collezioni tra cui quella del Metropolitan Museum di New York, del Houston Museum of Fine Arts, della George Eastman House di Rochester e della Maison Européenne de la Photographie a Parigi.
Data recensione: 30/12/2008
Testata Giornalistica: Città della Spezia
Autore: ––