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RIBOLLA. Un’anziana casalinga abbraccia una pentola in cucina, mamma e figlia riempiono il carrello al supermercato, un vecchio partigiano siede sotto un albero e il direttore della cooperativa sulla sua sedia di pelle, in maniche di camicia.

RIBOLLA. Un’anziana casalinga abbraccia una pentola in cucina, mamma e figlia riempiono il carrello al supermercato, un vecchio partigiano siede sotto un albero e il direttore della cooperativa sulla sua sedia di pelle, in maniche di camicia. La cornice è composta da un paesaggio contadino e gallerie minerarie, fabbricati industriali, spacci alimentari e il monumento in memoria di uno dei più gravi incidenti sul lavoro d’Italia: la strage del 4 maggio 1954 quando, a causa delle disumane condizioni di lavoro nelle miniere, un’esplosione di gas grisù uccise 43 minatori. La connessione è Ribolla, Maremma grossetana, comune di Roccastrada. Una storia racchiusa nelle 200 pagine del libro “Un paese minerario e la sua cooperativa di consumo” (Edizioni Polistampa, prezzo 18 euro) a cura del prof. Ivan Tognarini, docente di Storia Moderna all’Università degli Studi di Siena. Il volume racconta la storia di un paese in cui nell’arco di sessanta anni hanno convissuto la mezzadria contadina e l’avvento dell’estrazione mineraria, la guerra e le lotte partigiane, sindacati e partiti, la nascita delle prime cooperative di consumo e lotta al capitalismo. Attraverso le foto di Massimo D’Amato e le ricerche di Sandro Nannucci e Angelo Nesti il libro ripercorre la storia di Ribolla attraverso lo sviluppo della cooperazione di consumo: la nascita della cooperativa Coop Unione Ribolla, datata 25 gennaio 1959, (nata dall’unione di sei piccole cooperative fondate nei dintorni nell’immediato dopoguerra) fino alla fusione nel 2005 con l’Unicoop Tirreno. La realtà mineraria costituisce lo scenario che incastona l’intera vicenda. Luogo di estrazione della lignite, trasformato in villaggio minerario dalla Montecatini, Ribolla per decenni si è identificata con la miniera che dettava lo svolgimento dell’esistenza quotidiana, dal lavoro al tempo libero. Lo sviluppo degli spacci cooperativi rappresentò una prima forma di ribellione verso questo continuo e sistematico controllo da parte della Montecatini e andò ad intrecciarsi all’attività dei sindacati e dei partiti di sinistra, radicandosi nell’agire quotidiano delle famiglie. Oltre a una dettagliata ricerca d’archivio e alla raccolta fotografica il libro racchiude una coinvolgente serie di interviste ai personaggi che hanno contribuito a questa storia in forme diverse: donne di miniera, fornitori, contadini, politici e gestori di quegli spacci cooperativi che diventeranno moderni supermercati. I libro è stato presentato a Ribolla la mattina di sabato 11 ottobre presso il Centro Civico alla presenza: di Sergio Costalli, vice presidente Unicoop Tirreno, Lio Scheggi, presidente Provincia; Leonardo Marras, sindaco di Roccastrada; Ivan Tognarini, università di Siena; Fabrizio Pasquini - già presidente di Coop Unione; coordinati da Enrico Mannari.
Data recensione: 10/10/2008
Testata Giornalistica: Il Tirreno
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