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Dopo il tutto esaurito dell’anteprima al Teatro Verdi a grande richiesta lunedì 24 novembre 2008 alle ore 21 nella sala 2 del Cinema Fulgor (Via Maso Finiguerra) di Firenze verrà proiettato il documentario

Dopo il tutto esaurito dell’anteprima al Teatro Verdi a grande richiesta lunedì 24 novembre 2008 alle ore 21 nella sala 2 del Cinema Fulgor (Via Maso Finiguerra) di Firenze verrà proiettato il documentario:
Cinema Universale d’Essai
un film documentario di Federico Micali
liberamente tratto da "Breve Storia del Cinema Universale" di Matteo Poggi
montaggio: Yuri Parrettini
"…è veramente uno di quei casi in cui una storia si trasforma in una leggenda metropolitana e la realtà supera la fantasia: sarebbe impensabile oggi entrare in un cinema, magari in un multiplex, fare cose del genere e essere accolti da un applauso…"
Tra film di culto, urla verso lo schermo, fumo e vespini in sala, il cinema Universale è stato un luogo unico per la Firenze degli anni 70 e 80.
Il film diventava una partitura su cui improvvisare collettivamente, interagendoci con battute, facendolo diventare proprio e rispecchiandoci sogni e ambizioni delle diverse generazioni che si succedevano sulle stesse poltroncine di legno. Non un improvvisazione jazz: piuttosto un atmosfera più psichedelica ( o per alcuni punk) punteggiata spesso da alcol e hashish.
La storia del Cinema Universale è passata prima attraverso un libro di successo, quello di Matteo Poggi edito nel 2001 con Polistampa. Adesso è diventato un film di Federico Micali che  cinque anni dopo Firenze Città Aperta  (e altri fortunati lavori come Nunca Mais e 99 Amaranto) torna a documentare la sua città.
Ne nasce un viaggio in una storia del cinema molto particolare: quella che per almeno tre decenni ha caratterizzato l’identità di una cittài: dal cinema di quartiere degli anni 60, alla fase di contestazione politica intorno al 77 che intonava cori e slogan su "sacco e vanzetti" o "fragole e sangue", fino ai film cult degli anni 80 equamente divisi tra calcio, droga e musica, ma anche tra piccioni che volano in sala durante "Birdy", e una vespa che sfreccia sotto lo schermo.
Una storia raccontata dalla viva voce di quella molteplice umanità che ha frequentato quella sala, dai "ragazzi di san Frediano" e del Pignone eredi diretti dei personaggi di Pratolini, ad intellettuali, musicisti, politici giornalisti e artisti: tutti pronti a reinterpretare coralmente la storia di un cinema libero.
Data recensione: 21/11/2008
Testata Giornalistica: Saimicadove
Autore: ––