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“Trof rimase a bocca aperta: per tre volte il cardinale picchiò con un martelletto d’argento sulla fronte del defunto, ancora non accertato per tale, chiamandolo per nome come se potesse

(AGI) - CdV, 8 nov. - “Trof rimase a bocca aperta: per tre volte il cardinale picchiò con un martelletto d’argento sulla fronte del defunto, ancora non accertato per tale, chiamandolo per nome come se potesse veramente svegliarsi e rispondere.’Marameo!’, e giù un colpo di martelletto. ‘Marameo!’, e giù un secondo colpo. ‘Marameo!’, disse infine il camerlengo picchiandolo per un’ultima volta. Poteva anche non essere quello il nome di battesimo del Papa, ammise fra sé Trof. Ma fu quello che da lontano gli parve di udire”. Inizia così il racconto del Conclave che elesse Pio XII in “Il rigogolo del Vaticano”, la storia di un bambino ebreo, orfano in seguito a un rastrellamento nazista, che si ritrova a vivere da solo e clandestino in Vaticano fra le mille stanze del Palazzo Apostolico e i sotterranei della collina, un dedalo sconosciuto e inaccessibile di cunicoli e di passaggi segreti. L’autore del romanzo e’ Bruno Bartoloni, vaticanista prima dell’Agenzia Italia e poi della France Presse, oggi firma del Corriere della Sera, un giornalista che vanta un’esperienza unica e irripetibile: nato praticamente in Vaticano, dove suo padre e’ stato il pioniere dei vaticanisti fin dagli anni venti, sua madre (una cittadina tedesca di origine ebraica) lo allattava nei giardini e lui stesso vi giocava da monello, un’opportunità offerta a ben pochi, calpestare quei prati dove indisturbati scendono gli uccelli più belli, tra i quali il rigogolo dalle penne dorate. Sono molti dunque i punti di contatto tra l’autore e il personaggio: Trof, figlio del fontaniere della Fabbrica di San Pietro, che prima seguendo il genitore e poi da solo diventa un’inquietante e impertinente presenza nel piccolo Stato d’Oltretevere, un folletto con il quale prima o poi sara’ necessario fare i conti, come apprendono a loro spese i tipografi dell’Osservatore Romano ai quali “alleggerisce” i porta pranzi, e i giornalisti della primitiva sala stampa (la “banda Pucci” dal nome dell’antico portavoce, mons. Enrico Pucci) che se lo ritrovano tra i piedi. Addirittura, rimasto “imprigionato” nel recinto del Conclave, giocando rovina l’abito bianco preparato per il nuovo Papa nella “stanza del pianto” (l’eletto vi arriva direttamente dalla Sistina ed è lì che si rende conto del peso del ‘sì’ all’elezione appena pronunciato). Scovato e spedito in un seminario, viene a sapere in modo misterioso di essere figlio di un’ebrea scomparsa nel vortice della Shoah: parte subito sulle sue tracce. La ricerca lo porta dalle Dolomiti alla Provenza, infine nella Spagna del Cammino di Santiago e del magico altopiano della Sierra de Guara. Strane circostanze lo riconducono in Vaticano, dove si trova coinvolto in intrighi di potere accanto al pontefice e scopre la verità sulla tragica fine della sua famiglia. Tutti i nodi si sciolgono in colpi di scena che intrecciano la vita di Trof a quella del Papa e della Chiesa. (AGI) Siz 081830 NOV 08    PIO XII:IL CONCLAVE CHE LO ELESSE VISTO DA UN BAMBINO EBREO (2)= (AGI) - CdV, 8 nov. - Nella vita reale Bartoloni ha seguito come giornalista il regno di sei papi. Testimone diretto della fine di Pio XII, ha attraversato Roma sul predellino dell’auto di Giovanni XXIII, ne ha raggiunto l’appartamento pochi minuti dopo la sua morte, e’ stato arrestato dai gendarmi all’ingresso del Conclave, ha dato per primo l’annuncio del Concilio. Ha viaggiato da clandestino in un aereo con Paolo VI, ha intervistato al telefono Giovanni Paolo I appena eletto, ha rubato gli sci di Giovanni Paolo II, ma, come tiene a precisare nel risvolto di copertina, poi glieli ha restituiti. Il romanzo è edito nella Selezione Narrativa Polistampa. Ovviamente, recita l’altro risvolto del libro, “ogni eventuale riferimento a eventi, persone, luoghi realmente esistenti e’ puramente casuale”. (AGI) Siz
Data recensione: 08/11/2008
Testata Giornalistica: AGI
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