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All’inizio del terzo millennio cristiano papa Ireneo, senegalese e quindi di pelle scura, indice un Concilio al quale invita con diritto di voto i protestanti e gli ortodossi, - ripristinando di

ANSA (POL) - 12/11/2008 - 18.09.00
VATICANO: IL ’RIGOGOLO’ DI BARTOLONI, TRA FANTASIA E STORIA
 ZCZC0584/SXA WES30356 R POL S0A S91 QBXB VATICANO: IL ’RIGOGOLO’ DI BARTOLONI, TRA FANTASIA E STORIA IN ROMANZO STORIA BIMBO EBREO BATTEZZATO E CRESCIUTO OLTRETEVERE (ANSA) - CITTA’ DEL VATICANO, 12 NOV - All’inizio del terzo millennio cristiano papa Ireneo, senegalese e quindi di pelle scura, indice un Concilio al quale invita con diritto di voto i protestanti e gli ortodossi, - ripristinando di fatto l’unita’ delle chiese cristiane - e, come osservatori, anche rappresentanti ebrei. Poi si dimette, e il successivo conclave eleggera’ il primo cardinale proveniente dalle file dell’Opus Dei. Nel giorno in cui Ireneo annuncia Concilio e dimissioni, in Vaticano scoppia un putiferio, che consente la fuga indisturbata dalla Citta’ del Vaticano a Trof, ebreo battezzato cresciuto nei cunicoli vaticani, la cui famiglia e’ stata sterminata nei lager, diventato fortunosamente segretario laico del pontefice africano. E’ lo scoppiettante epilogo de “Il rigogolo del Vaticano”, (330 pag., 13 euro, edito da Polistampa) primo romanzo di Bruno Bartoloni, per 45 anni vaticanista dell’agenzia France Presse, che entro’ in Vaticano in calzoncini corti con il papa’ pioniere dei vaticanisti, e ha seguito sei pontificati, da Pio XII a Benedetto XVI. Trof sta per Trofonio e il rigogolo e’ un piccolo uccello che nidifica nei giardini vaticani. Tra la rivoluzione di papa Ireneo e, all’inzio della storia, l’infanzia di Trof tra cunicoli e palazzo apostolico (pagine in cui si mischiano cronaca, storia, storie e fantasia, personaggi veri e inventati, e che si leggono tutto d’un fiato) c’e’ il racconto (appena un po’ meno riuscito) del peregrinare del ragazzo per mezza Europa, per dipanare il mistero sulla fine della sua famiglia, dietro la quale c’e’ anche l’antisemitismo e l’ignavia un monsignore vaticano, che poi diventera’ segretario di Stato di papa Ireneo. La molla che ha spinto Bartoloni al racconto si capisce e dalla dedica ai figli, “perche’ non dimentichino le radici”, e dalla frase che postfa il romanzo: “Roma, 7 luglio 2008, anniversario della morte di Fritz Warschauer ad Auschwitz, ebreo e prigioniero politico, anniversario della morte del suo avo Benjamin a Dilingen, sul Danubio, nel 1708, libero o quasi dopo aver comprato la sua patente di ’schutzjude’ per se’ e per i suoi discendenti. Ha pensato a loro il figlio dei loro figli, libero ma prigioniero del ricordo”. (ANSA). CHR 12-NOV-08 17:35 NNN
Data recensione: 13/11/2008
Testata Giornalistica: ANSA
Autore: ––