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“…è veramente uno di quei casi in cui una storia si trasforma in una leggenda metropolitana e la realtà supera la fantasia: sarebbe impensabile oggi entrare in un cinema, magari in un

Firenze, 12 novembre 2008 - “…è veramente uno di quei casi in cui una storia si trasforma in una leggenda metropolitana e la realtà supera la fantasia: sarebbe impensabile oggi entrare in un cinema, magari in un multiplex, fare cose del genere e essere accolti da un applauso…”. Prima assoluta al Teatro Verdi di Firenze mercoledì 12 Novembre ore 21. 00 in collaborazione con Ombre Rosse Tra film di culto, urla verso lo schermo, fumo e vespini in sala, il cinema Universale è stato un luogo unico per la Firenze degli anni 70 e 80. Il film diventava una partitura su cui improvvisare collettivamente, interagendoci con battute, facendolo diventare proprio e rispecchiandoci sogni e ambizioni delle diverse generazioni che si succedevano sulle stesse poltroncine di legno. Non un improvvisazione jazz: piuttosto un atmosfera più psichedelica ( o per alcuni punk) punteggiata spesso da alcol e hashish. La storia del Cinema Universale è passata prima attraverso un libro di successo, quello di Matteo Poggi edito nel 2001 con Polistampa. Adesso è diventato un film di Federico Micali che cinque anni dopo Firenze Città Aperta (e altri fortunati lavori come Nunca Mais e 99 Amaranto) torna a documentare la sua città. Ne nasce un viaggio in una storia del cinema molto particolare: quella che per almeno tre decenni ha caratterizzato l’identità di una cittài: dal cinema di quartiere degli anni 60, alla fase di contestazione politica intorno al 77 che intonava cori e slogan su "sacco e vanzetti" o "fragole e sangue", fino ai film cult degli anni 80 equamente divisi tra calcio, droga e musica, ma anche tra piccioni che volano in sala durante "Birdy", e una vespa che sfreccia sotto lo schermo. Una storia raccontata dalla viva voce di quella molteplice umanità che ha frequentato quella sala, dai "ragazzi di san Frediano" e del Pignone eredi diretti dei personaggi di Pratolini, ad intellettuali, musicisti, politici giornalisti e artisti: tutti pronti a reinterpretare coralmente la storia di un cinema libero. Il Regista Federico Micali, (Firenze 1971) ha debuttato al cinema nel 2001 con il film documentario Genova Senza Risposte, sui fatti del G8 di Genova, cui sono seguiti una serie di lavori (firmati sempre con Teresa Paoli e Stefano Lorenzi), di taglio fortemente sociale, e di ampia circolazione come Firenze Città Aperta, Nunca Mais la marea negra, La Nostra terra, Saharawi, Lungarno. Alternati a questi, alcuni cortometraggi (Tresecondi) lavori in connessione con la musica (tra gli altri con Modena City Ramblers) e il teatro (tra cui Guantanamo di S. Mannelli e M. Panella , Bobo25 di S. Staino). Nel 2007 ha diretto "99 amaranto" prodotto da L´occhio e la Luna e distribuito in sala dalla Pablo di Gianluca Arcopinto.
Data recensione: 12/11/2008
Testata Giornalistica: Marketpress
Autore: ––