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Il libro di Barbara Minniti, giornalista e letterata, è un libro gioioso e colto, semplice e articolato, gradevolissimo nella lettura. Racconta la storia d’amore tra Richard e Emma Claire Collins, un amore romantico all’altezza dei protagonisti, un gentiluomo e la sua dama. Restituisce, in filigrana, un’epoca: quella in cui un amore nato in libertà non era gradito nella buona società, e nella quale un temperamento scontroso non si piegava alle regole del buon vivere vittoriano.
Tra l’isola di Caprera e Casa Collins si manifesta il romanticismo di un epoca meravigliosa dal punto di vista letterario, artistico e poetico in particolare. A questa corrente culturale molto deve il mito di Garibaldi che da grande soldato diventa icona per una generazione e più: s’incontrano attorno a lui giovani pronti a vestirsi di rosso per vivere un’epopea da sogno, donne dedite a ricamare bandiere, popolani, borghesi ed aristocratici indistintamente innamorati di Giuseppe Verdi e delle sue odi al riscatto dei popoli. Ma anche il piccolo mondo così speciale degli inglesi dell’arcipelago maddalenino.
Il romanzo dei Collins, scritto sulla base di un manoscritto dal contenuto anch’esso romanzesco, riporta, come giustamente sottolinea nell’intervento di chiusura Fanny Collins, nipote di Richard Collins, alle Cime tempestose di Emily Brontë, ed a tutta la letteratura femminile e non solo dell’era vittoriana: l’influenza di Jane Austen (1775-1817) che scrisse, tra altro, un romanzo, Emma, nel 1815, fu straordinaria, e questo in un’epoca dove non esistevano i mezzi di comunicazione di massa, ed in una società conservatrice dei propri valori. Il dilagare di nomi come Harriet, Alice, Emma, eroine dei diffusissimi scritti, evoca le mode dei giorni nostri per gli esotici nomi di attori e cantanti. Fa anche pensare a tanti amori, forti e fedeli, che la rigidità dei tempi obbligò a trincerarsi, come quello di Ricciotti Garibaldi e di sua moglie, la vittoriana Harriet Constance Hopcraft, altra donna colta lei e altro carattere scontroso lui, la cui memoria è chiusa tra le mura di una casa, tra Lazio ed Abruzzo, diventata la loro isola nel ricordo sempre presente della perduta Caprera.
Suggestiva anche è la visione delle due case bianche: l’una irrompe sulla scena del mondo con il suo personaggio a dir poco anticonformista, Giuseppe Garibaldi, l’altra ne è il contraltare, piccola, muta, ma anch’essa accogliente alle ceneri del padrone di casa.
Ma il libro è anche un riferimento a quanto gli studiosi maddalenini hanno dato di meglio alla cultura garibaldina e dintorni: i riferimenti bibliografici di Barbara Minniti tengono conto di tutto. Ci piace ricordare in particolare, perché non è più con noi, un’altra anima intrisa di cultura delle isole e del mare, Gin Racheli, da annoverarsi tra le donne che amarono Garibaldi, nella seconda parte del XX secolo, per quello che era prima di ogni altra cosa: un uomo di mare.
In Casa Collins sentiamo il profumo del mare, e il fischio del vento sullo stretto di Moneta che unisce più che divide Casa Garibaldi e Casa Collins. La mente si apre, con un grande sospiro di sollievo, alle meravigliose storie del tempo che fu.Annita Garibaldi Jallet
Data recensione: 01/04/2008
Testata Giornalistica: Camicia Rossa
Autore: ––