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Presso il Teatro Romano di Ostia Antica, la serata finale della IX edizione del Premio Roma, presentata da Paola Saluzzi. La Cerimonia aperta con il Premio Internazionale alla Cultura all’attrice e regista

Roma - Presso il Teatro Romano di Ostia Antica, la serata finale della IX edizione del Premio Roma, presentata da Paola Saluzzi. La Cerimonia aperta con il Premio Internazionale alla Cultura all’attrice e regista greca Irene Papas assegnato e consegnato sul palco dal Presidente del Premio Roma Aldo Milesi unitamente alla speciale medaglia d’argento quale Premio di Rappresentanza fatto pervenire dal Capo dello Stato. E’ proseguita con la Premiazione dei Vincitori (presenti alla cerimonia) della IX edizione del Premio Roma per le opere letterarie in concorso, valutate e prescelte dalla Giuria del Premio presieduta da Sergio Campailla:
Narrativa Straniera: ABRAHAM B.YEHOSHUA Fuoco amico Einaudi Editore - Narrativa Italiana: MASSIMO GRIFFO Amaritudine Polistampa Editore -Saggistica: MARCELLO VENEZIANI Rovesciare il ’68 Mondadori Editore.
La Cerimonia si è conclusa con la proclamazione del vincitore del Premio Speciale per il Giornoalismo assegnato a Ferruccio De Bortoli su scelta diretta dalla Giuria del Premio. Chiamati sul palco per la proclamazione e premiazione dei vincitori grandi nomi della letteratura italiana e straniera di fronte ad un pubblico di oltre 4000 spettatori ed alla presenza di personalità del mondo della cultura, dell’editoria, del giornalismo, della politica e dello spettacolo tra cui il Sottosegretario di Stato per i Beni e le Attività Culturali On.le Francesco Giro, il Ministro della Cultura della Repubblica Ellenica On.le Michael Lapis e l’Ambasciatore di Grecia in Italia S.E. Rocanas Charalambos. Tra gli ospiti d’onore il Sindaco di Roma On.le Gianni Alemanno il quale ha portato il saluto della città ed ha ricevuto uno speciale riconoscimento.*********VINCITORI E MOTIVAZIONINARRATIVA STRANIERA
ABRAHAM B.YEHOSHUA Fuoco amico Einaudi Editore
«Ruach» in ebraico significa vento, ma anche spirito, e «ruach refaim» è lo spirito dei morti, il fantasma. Il vento, in questo nuovo romanzo di Abraham B. Yehoshua, è quello che si insinua nelle fessure di un grattacielo di recente costruzione a Tel Aviv e provoca sibili e ululati che turbano gli inquilini. Amotz Yaari, il progettista degli ascensori, viene chiamato a indagare e a difendere il buon nome del suo studio dalle accuse che gli vengono rivolte.
Abraham B. Yehoshua è nato a Gerusalemme nel 1936. Nel 2008 è uscito il libretto d’opera Viaggio alla fine del millennio, tratto dall’omonimo romanzo.
Motivazione della Giuria
Abraham Yehoshua è uno scrittore che appartiene al pantheon della letteratura israeliana contemporanea. La sua rappresentatività nazionale e internazionale si conferma in questo romanzo “Fuoco amico”, che si colloca non solo all’interno del fondamentale conflitto israelo-palestinese, ma alla frontiera estrema del rapporto tra passato e futuro, tra i valori della memoria e le urgenze dolorose della storia, con lucida consapevolezza, con impegno civile, con la volontà positiva di sanare le ferite e indicare una strada di speranza e di conciliazione.


NARRATIVA ITALIANA
MASSIMO GRIFFO Amaritudine Polistampa Editore
Libro di denuncia della società italiana: sullo sfondo di cinquanta anni della nostra storia, dal 1944 al 1993, s’intrecciano vite di personaggi esemplari, nel bene e nel male, in parte d’invenzione e in parte tratti dalla realtà. Amaritudine, antico vocabolo che vuol dire amarezza, affanno, afflizione, richiama il disagio che gli italiani onesti, leali, volenterosi provano nel doversi mescolare a una società sempre più spregiudicata, volgare, ingannatrice, corrotta e senza ideali.
Massimo Griffo, nato a Palermo, risiede a Firenze da molti anni. Laureato in legge, è stato dirigente industriale e antiquario. Giornalista pubblicista, ha collaborato assiduamente per più di vent’anni a importanti quotidiani, periodici e riviste letterarie, tra cui Il Giornale, La Nazione, AD e Vogue.
Motivazione della Giuria
Massimo Griffo ha dimostrato una lunga fedeltà alla sua vocazione di scrittore e di intellettuale, dal giovanile “Futuro anteriore” sino a questo romanzo della maturità “Amaritudine”, che per il suo respiro complessivo si pone come un affresco narrativo della società italiana nel corso di cinquant’anni del nostro Novecento. Massimo Griffo affronta gli snodi e le figure fondamentali della recente storia italiana con spirito problematico, con la passione civile e letteraria di chi ha partecipato e testimonia in prima persona, con una vena memorialistica intrisa di dolente saggezza, che conferiscono alla sua pagina un valore di specchio dinanzi a un diffuso disagio contemporaneo.


SAGGISTICA
MARCELLO VENEZIANI Rovesciare il ‘68 Mondadori Editore
Il ‘68 è al potere e vigila su di noi. L’onda lunga e corrosiva del 68, l’ultima febbre che attraversò le giovani generazioni in Occidente, pervade ancora la nostra epoca. Dopo quarant’anni è ormai tempo di bilanci, revisioni critiche e necessarie inversioni di rotta e l’autore ripercorre la multiforme eredità della parabola contestataria e critica le ideologie discendenti con un caleidoscopico e caustico bazar di appunti e frammenti, di foto di gruppo e di istantanee di pensiero, senza timore di essere troppo rivoluzionario o troppo conservatore.
Marcello Veneziani, laureato in filosofia, editorialista di Libero e di altri quotidiani, ha fondato e diretto settimanali, riviste, case editrici, e curato opere di filosofia, storia e cultura politica.

Motivazione della Giuria
Marcello Veneziani è una delle figure di intellettuali più brillanti e inquiete del dibattito culturale contemporaneo. In questo volume “Rovesciare il ’68”, in epoca di ricorrenza e di celebrazione e quarantennale, affronta un tema cardine della nostra storia civile e culturale, quello dei valori e dell’ eredità del ’68, vero discrimine per la costruzione della nostra identità, e lo fa dentro un largo orizzonte di riferimenti, con impareggiabile vis polemica e una volontà di confronto e di riapertura del dibattito che va in direzione esattamente opposta alle soluzioni del conformismo dominante. Una prosa asciutta e aggressiva ritrova in Nietzsche, in Kraus, in Cioran, in Flaiano, in Longanesi, la tradizione sommersa dei maestri scomodi.

PREMIO INTERNAZIONALE ALLA CULTURA
IRENE PAPAS
L’attrice e regista greca, divenuta simbolo della cultura mediterranea nel mondo, nella sua cinquantennale carriera ha recitato in oltre 70 film. Iniziò la sua carriera in Grecia, raggiungendo poi la fama grazie a film conosciuti internazionalmente quali I cannoni di Navarone e Zorba il greco, e film acclamati dalla critica come Z - L’orgia del potere e Elektra. Nel 1977, recitò nel film Maometto, messaggero di Dio, riguardo alle origini dell’Islam e al messaggio del profeta Maometto.
In Italia la sua interpretazione più popolare ed amata resta quella di Penelope nello sceneggiato televisivo Odissea di Franco Rossi, del 1968.

Motivazione della Giuria
In questa edizione 2008 del Premio Roma, vissuta in fratellanza gioiosa e commossa da due Paesi, Italia e Grecia, iniziatori della civiltà europea, il conferimento del Premio internazionale di cultura alla grande attrice ellenica, amatissima dagli italiani, Irene Papas è il miglior suggello di un evento che tutti ricorderemo con appassionata nostalgia. Essere al tempo stesso una persona e un simbolo di valori alti e umanamente concreti: Irene Papas è riuscita a raggiungere questa meta e perciò la onoriamo oggi a Osta Antica con il massimo riconoscimento del Premio Roma.


PREMIO SPECIALE PER IL GIORNALISMO
FERRUCCIO DE BORTOLI
Di origini bellunesi, è tra i più accreditati giornalisti del panorama nazionale ed europeo. Già direttore del Corriere della Sera ed Amministratore Delegato di Rcs Libri, dal 2005 è alla guida del quotidiano economico nazionale Il Sole 24 Ore.

Motivazione della Giuria
Quando nel maggio del 1997 divenne direttore del "Corriere della sera", nel suo primo editoriale assunse un preciso e importante impegno con i suoi lettori: "vi informeremo correttamente - scriveva - senza dipendere da nessuno e soprattutto senza nascondere nulla". Questo impegno caratterizzerà sempre l’attività professionale di Ferruccio De Bortoli: il suo è infatti un giornalismo di regole e buongusto. Un giornalismo con un linguaggio chiaro e accessibile, che rende comprensibile la politica, l’economia, la finanza, le istituzioni e gli avvenimenti d’Italia e del mondo.
Un giornalista, Ferruccio De Bortoli, condizionato esclusivamente dalla consapevolezza di svolgere una professione socialmente utile con l’obiettivo di contribuire a costruire il futuro del nostro Paese.
Il suo è un giornalismo portatore di valori: quel giornalismo che fu di maestri come Giovanni Spadolini, Indro Montanelli, Enzo Biagi e che domani attraverso l’insegnamento di Ferruccio De Bortoli sarà degli allievi che seguono i suoi corsi.
Data recensione: 15/07/2008
Testata Giornalistica: Artèpress
Autore: ––