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“Poderoso, impegnativo ma leggibile”. Così Sergio Campailla, presidente della Giuria del Premio Roma, ha definito il romanzo di Massimo Griffo Amaritudine (Selezione Narrativa Polistampa). Le 392 pagine del libro

“Poderoso, impegnativo ma leggibile”. Così Sergio Campailla, presidente della Giuria del Premio Roma, ha definito il romanzo di Massimo Griffo Amaritudine (Selezione Narrativa Polistampa). Le 392 pagine del libro hanno convinto i giurati della nona edizione e ora Griffo è ammesso nella cinquina finalista per la narrativa italiana, segnalato durante la conferenza stampa svoltasi a villa Sciarra martedì scorso e presieduta da Aldo Milesi. Il romanzo, ambientato principalmente a Roma, esamina la società italiana attraverso una cinquantina di anni della nostra storia, dal 1944 al 1993: personaggi esemplari, nel bene e nel male, in parte d’invenzione e in parte tratti dalla realtà. Si racconta specialmente il disagio degli italiani leali immersi in un contesto sempre più spregiudicato e corrotto. Nato a Palermo, Griffo ha vissuto a Roma, Milano e Firenze. Dirigente d’industria, antiquario, per oltre vent’anni giornalista, “egli è già conosciuto – ha ricordato lo stesso Sergio Campailla durante la conferenza – per essersi aggiudicato altri importanti premi letterari”. Ha pubblicato con successo romanzi come Futuro anteriore (Viareggio opera prima), L’Orango pitagorico (Dessì), Fiaba perversa, Il balilla col cappotto e alcuni saggi storici.
In libreria da marzo, il romanzo è stato recentemente presentato alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.
Data recensione: 18/06/2008
Testata Giornalistica: Il Giornale della Toscana
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