chiudi

Sul ponte di Avignone, composto da Antonio Pizzuto tra il 1931 e il 1936, è il suo primo romanzo edito e quello in cui più si riflette la sua singolare vicenda privata. È del resto anche quello che maggiormente, se non

Firenze - Sul ponte di Avignone, composto da Antonio Pizzuto tra il 1931 e il 1936, è il suo primo romanzo edito e quello in cui più si riflette la sua singolare vicenda privata. È del resto anche quello che maggiormente, se non unicamente, rientra nel genere e nella definizione di ‘romanzo’. Uscì per la prima volta nel 1938, a pagamento, e sotto lo pseudonimo di Heis proprio per gli evidenti risvolti biografici, troppo compromettenti. «“Ho una relazione peccaminosa ma anteriore al matrimonio (notai in seguito quanto studio per giustificarmi e non va: bisogna confessare senza difendersi). Ho una figlia illegittima che il giorno nove farà la Prima Comunione in collegio…” – E il resto? e il dramma? Non trovavo altro da dire. Era tutto lì. Il resto, vapori. Alcune risposte altrettanto scheletriche. Il Padre pronunciò la sentenza inesorabile: “Lei deve troncare…” – Come, dopo anni di geloso lavoro un autore al quale il critico indichi l’errore vitale». Sul ponte di Avignone è il rendiconto di quest’«errore vitale», che vede intensamente coinvolti un uomo, una donna e la loro bambina Giovanna. L’illecito legame, viluppo e ‘inseguimento’ non stop di malestri e beatitudini, si risolverà proprio in una lacerante rottura. Ma il ricordo di una melodietta francese, Sur le pont d’Avignon, canticchiata dalla figlia durante una vacanza pasquale, spingerà il protagonista a riedificare con la scrittura un «ponte sonoro» altrimenti (come il duecentesco ponte di St. Benezet, cui la canzoncina s’ispira) per sempre interrotto. Un Pizzuto inconsueto, che ancora crede alla validità dello schema romanzesco canonico, alla scansione cronologicamente lineare degli eventi, alla plausibilità del vecchio dialogato. L’opera fu poi ripubblicata da Mondadori col vero nome dell’autore, nove anni dopo la sua morte avvenuta nel 1976, ma ebbe scarse vendite. Recentemente riproposta in un’edizione a cura di Antonio Pane e con postfazione di Rosalba Galvagno, è stata inserita da Polistampa in un ampio progetto di rivalutazione dello scrittore siciliano (ad oggi 5 opere, 5 epistolari, 2 saggi). Terminata la prima tiratura, l’editore ha disposto la ristampa e rilanciato proprio in questi giorni il libro. Trattandosi dell’‘illeggibile Pizzuto’, ciò fa notizia. A 70 anni da quella prima sofferta edizione se ne stupirebbe anche lo stesso autore, amato più da critici come Bilenchi, Nencioni e Contini che dal pubblico. Almeno finora.Sul ponte di Avignone – composto fra il 1931 e il 1936 e pubblicato per la prima volta, sotto pseudonimo, nel 1938 – è il rendiconto di questo «errore vitale», che vede intensamente coinvolti un uomo, una donna e la loro bambina Giovanna. L’illecito legame, viluppo e ‘inseguimento’ non stop di malestri e beatitudini, si risolverà in una lacerante rottura. Ma il ricordo di una melodietta francese, Sur le pont d’Avignon, canticchiata dalla figlia durante una vacanza pasquale, spingerà il protagonista a riedificare con la scrittura un «ponte sonoro» altrimenti (come il duecentesco ponte di St. Benezet, cui la canzoncina s’ispira) per sempre interrotto.
Data recensione: 19/06/2008
Testata Giornalistica: Artèpress
Autore: ––