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Dal Mugello all’eternità. Nel segno di Giotto, Beato Angelico, Donatello e della dinastia dei Medici, sono state presentate venerdì scorso, 23 maggio, quattro mostre prodotte dall’Ente Cassa di

FIRENZE aise - Dal Mugello all’eternità. Nel segno di Giotto, Beato Angelico, Donatello e della dinastia dei Medici, sono state presentate venerdì scorso, 23 maggio, quattro mostre prodotte dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze con il titolo unificante “Mugello culla del Rinascimento”, che sottolinea l’origine dei tre celebri pittori, nonché della casata che governò la Toscana per due secoli, facendo di arti e scienze lo strumento principe della propria politica e l’emblema della propria fortuna.
Hanno presentato il programma Edoardo Speranza, presidente dell’Ente Cassa, il viceprefetto Vittoria Messere in rappresentanza del prefetto di Firenze Andrea De Martino e i rappresentanti delle molte istituzioni fiancheggiatrici: per la Regione e la Provincia gli assessori alla Cultura Paolo Cocchi e Giovanna Folonari, i soprintendenti Cristina Acidini per il Polo Museale, Paola Grifoni ai Beni Storico-Artistici e Bruno Santi dell’Opificio delle Pietre Dure, oltre all’ideatore del progetto Antonio Paolucci, i curatori, i sindaci del Mugello, le comunità montane.
Simbolico punto di partenza della visita alla culla del Rinascimento inizia in realtà a Firenze, da Palazzo Medici Riccardi, prima reggia della dinastia. Inizia precisamente dalla Cappella dei Magi, dove è custodito il celebre affresco metafora del ruolo salvifico della famiglia Medici: il Viaggio dei Magi. Pare infatti che il verde paese che Benozzo Gozzoli dipinse sullo sfondo del regale corteo sia il Mugello, patria di origine dei Medici, le cui figure dei capostipiti si possono ancora riconoscere tra i partecipanti al ricco corteo.
Da qui si snodano le quattro mostre, aperte al pubblico in contemporanea il 25 maggio ed in programma, tutte, sino al prossimo 30 novembre.
"Le ville dei Medici", allestita al Museo della Manifattura Chini a Borgo San Lorenzo, a cura di Isabella Lapi Ballerini, rievoca l’insediamento della famiglia dei Medici in Mugello e documenta il loro ininterrotto legame con il territorio. In mostra non solo un ritratto di Bianca Cappello, esposto per la prima volta, ma anche alcune delle famose lunette dipinte dal fiammingo Justus van Utens, raffiguranti le ville medicee di Trebbio, Cafaggiolo e Pratolino, e i tre ritratti che Bronzino fece a Cosimo il Vecchio, Pierfrancesco il Vecchio e Francesco I. In mostra anche i disegni di Giorgio Vasari, i poemi di Lorenzo il Magnifico, sculture, rare ceramiche e oggetti vari, come mappe e documenti del periodo mediceo, testimoni del legame dei Medici con la terra d’origine.
Il Convento del Bosco ai Frati a San Piero a Sieve ospita invece "Donatello, Brunelleschi e l’Uomo in Croce" con tre capolavori, il Crocefisso di Donatello proveniente dalla Basilica di Santa Croce, quello di Brunelleschi custodito in Santa Maria Novella e il Cristo ligneo di ambito donatelliano conservato al Bosco ai Frati. Un’occasione unica, con la curatela di Anna Bisceglia e Antonio Paolucci, per rievocare la sfida fra i due Maestri descritta dal Vasari, secondo il quale Brunelleschi avrebbe scolpito il suo Crocifisso in amichevole polemica con il Cristo di Donatello, nient’altro che "un contadino messo in croce" agli occhi di Brunelleschi.
Nella sede del Palazzo dei Vicari a Scarperia, celebre per la maestria nell’arte della forgiatura dei ferri taglienti, una accurata selezione di armature cinquecentesche fornisce una ricostruzione dell’arsenale mediceo, in parte custodito, fino alla fine del XVI secolo, in tre sale degli Uffizi, poi solo parzialmente conservato presso il Bargello. "Medici in armi", a cura di Mario Scalini, documenta l’aspetto belligerante della potente dinastia, con una ricca selezione di armature e lance, picche e spade, archi e archibugi, spingarde e colubrine e con i ritratti dei Medici combattenti, come Giovanni delle Bande Nere nel busto marmoreo del Sangallo e nel dipinto dell’eroico Giovan Battista Naldini o in quello del figlio Cosimo I nel ritratto del Bronzino.
Con "Il Mugello e le arti: Giotto, il Beato Angelico e Andrea del Castagno", allestita al Museo Beato Angelico di Vicchio a cura anch’essa di Bisceglia e Paolucci, si celebrano i tre maestri, originari del Mugello: Giotto e Beato Angelico, nati nel territorio di Vicchio, e Andrea del Castagno, proveniente dalla località omonima. Riuniti in occasione della mostra il S. Stefano di Giotto, prestato dalla Fondazione Horne, Dante e Boccaccio di Andrea del Castagno, provenienti dagli Uffizi, la Pala di Bosco ai Frati del Beato Angelico, dal Museo di S. Marco, oltre a due preziose tavolette di Giotto, San Francesco e San Giovanni Battista, di proprietà dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze.
"Mugello culla del Rinascimento", spiega il presidente Speranza, "nasce con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e delle Diocesi di Firenze e Faenza. È l’edizione 2008 di Piccoli grandi musei, iniziativa di cui l’Ente Cassa va fiero perché fa intendere la specificità italiana, ma soprattutto toscana, del cosiddetto museo diffuso e contribuisce a far conoscere anche al pubblico meno colto luoghi e collezioni poco frequentati".
Il bel catalogo Polistampa, che accompagna l’iniziativa, è arricchito da testi degli specialisti Francesco Caglioti, Luciano Bellosi, Isabella Lapi Ballerini e Mario Scalini. (aise)
Data recensione: 27/05/2008
Testata Giornalistica: Aise
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