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Fino al 4 luglio il Rettorato dell’Università di Firenze in piazza San Marco ospiterà la mostra di sculture – «Athena in Atheneum» – di Onofrio Pepe. Il ciclo di opere dell’artista di origini salernitane, ma che vive e

Fino al 4 luglio il Rettorato dell’Università di Firenze in piazza San Marco ospiterà la mostra di sculture – «Athena in Atheneum» – di Onofrio Pepe. Il ciclo di opere dell’artista di origini salernitane, ma che vive e lavora a Firenze da molti anni, è dedicato alla figura e al mito di Atena, che è anche un «ritorno» nel suo luogo più proprio: ateneo infatti viene dal greco athénaion, cioè «tempio di Atena», dea della sapienza. Nell’occasione Polistampa ha pubblicato il catalogo con saggi critici del curatore della mostra, e preside della Uia di Firenze, Francesco Gurrieri e di Sergio Givone, ordinario di Estetica e Lettere e Filosofia. «È un evento nuovo visto che di solito l’Università non ospita mostre – ha detto Gurrieri – In uno stile personalissimo, Pepe identifica la sua opera col racconto mitologico, di cui sentiamo la presenza con imbarazzo. Il mito oggi è un’ombra, un buco nero da tornare a colmare». Sono 24, tra bronzi e terracotte, le opere esposte. Una continua reinterpretazione e quasi un’ossessiva ricerca semantica dei miti greci, dal ratto di Europa a Pasifae, dai movimenti plastici di satiri e ninfe a sculture tratte da Un pomeriggio di un fauno di Mallarmé e da Il Minotauro di Dürrenmatt. Un ritorno alla grecità mitologica che lo sguardo di Pepe plasma come perdita e assenza: «L’uomo di oggi si deve imporre la hybris greca come limite». «Il mito è un luogo che va continuamente esplorato – ha spiegato Givone – è necessario tornare in quei luoghi che non sono più nostri se è vero, come dice Leopardi, che “fanciulli più non siamo”. Nelle opere di Pepe si avverte questa distanza, questa ferita della forma piena e perfetta che è il mito. L’unica forma di liberazione dal mito è dal di dentro: ovvero sempre di nuovo dandogli voce. Ed è appunto quello che fa l’arte “mitografa” di Pepe».
Data recensione: 29/04/2008
Testata Giornalistica: Il Giornale della Toscana
Autore: Michele Morandi