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Tito Barbini, autore dell’apprezzato "Le nuvole non chiedono permesso. Dalla Patagonia all’Alaska, 100 giorni a piedi e in corriera" (vedi aise del 27 luglio 2006 h.19.01), ma che forse non tutti sanno

FIRENZE aise - Tito Barbini, autore dell’apprezzato "Le nuvole non chiedono permesso. Dalla Patagonia all’Alaska, 100 giorni a piedi e in corriera" (vedi aise del 27 luglio 2006 h.19.01), ma che forse non tutti sanno essere stato anche sindaco, assessore e uomo delle istituzioni, torna nelle librerie italiane con un nuovo libro e soprende ancora.
"Antartide. Perdersi e ritrovarsi alla fine del mondo", pubblicato con la stessa casa editrice, la Polistampa (pp.176, euro 8), è un libro in ogni aspetto eccezionale. Pochissimi sono gli intrepidi viaggiatori che scelgono la patria dei pinguini come meta, sia per la durezza del clima sia per l’elevata spesa del viaggio. Scarsissima anche la letteratura dedicata a questi luoghi.
Il tascabile di Barbini sazia completamente la sete di conoscenza sul luogo più freddo della terra. Riccamente illustrate con emozionanti foto a colori scattate dallo stesso autore, le pagine del libro offrono anche una nuova immagine di Barbini, il quale mostra una spietata capacità di mettersi a nudo, umilmente a confronto con le proprie profondità, i misteri, le inquietudini, le domande senza risposta.
Tantissimi sono gli episodi curiosi e divertenti che accompagnano nella lettura, come il bizzarro comportamento dei pinguini maschi dediti alla cova e l’incredibile scoperta di un busto di Lenin, "dopo la fine dell’impero, la caduta del suo mito, messo a congelare nel freezer del mondo, come un qualsiasi mammut".
Barbini si riconferma quindi un viaggiatore: uomo che ha attraversato le speranze e le delusioni della politica, uomo che prima ha provato a cambiare il mondo e che poi il mondo ha deciso semplicemente di amarlo. (i.g.aise)
Data recensione: 08/04/2008
Testata Giornalistica: Aise
Autore: ––