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Il pittore Sirio Midollini, esponente di spicco del Neorealismo, scoperto da Ottone Rosai, poi tra i fondatori del movimento di Nuova Corrente, è morto giovedì sera nell’ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze all’età di 83

Il pittore Sirio Midollini, esponente di spicco del Neorealismo, scoperto da Ottone Rosai, poi tra i fondatori del movimento di Nuova Corrente, è morto giovedì sera nell’ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze all’età di 83 anni. I funerali si svolgeranno stamani (alle 9.30), nella chiesa dei Santi Fiorentini di via delle Centostelle. Pittore autodidatta, Midollini girò a lungo l’Italia tra gli anni Sessanta e Settanta per cogliere le trasformazioni di una società agraria verso la modernità: i suoi quadri figurativi immortalano i pastori della Sardegna, le donne della Calabria, i contadini dell’Abruzzo secondo la migliore tradizione neorealista riletta con una forte attenzione poetica. Sirio Midollini è nato a Firenze il 29 ottobre 1925 e iniziò a lavorare come disegnatore all’industria Pignone del capoluogo toscano. Ha esposto in varie città d’Italia, dove ha tenuto molte mostre personali e ha riportato numerosi premi, ma è stato presente anche all’estero (in particolare a Los Angeles, Varsavia, Vienna). Nel 1959, Midollini con i pittori Bruno Pecchioli, Xavier Bueno, Piero Tredici, Leonardo Papasogli e Manfredi Lombradi fondò il movimento Nuova Corrente, che tentò di reagire agli errori del Neorealismo. La pittura di Midollini è partita dal Neorealismo, di cui ha mantenuto a lungo alcuni motivi, ma si è poi fatta più sensibile alle esigenze formali, trasferendo la violenza sentimentale nella forza espressiva delle campiture di colore e delle linee marcate. Rispetto ad altri neorealisti, il pittore fiorentino si è così limitato ad attingere dall’Espressionismo soltanto alcuni suggerimenti, che ha poi sfruttato ai fini di una maggiore incisività stilistica. Spetta a Ottone Rosai l’aver intuito il talento di Midollini. Come ha scritto il critico d’arte Franco Manescalchi, Midollini «riesce a rilevare il rapporto tra il vecchio e il nuovo, fra i colori cupi di un mondo che muore interrogandosi ed i vivissimi inserti dei primi attrezzi tecnologici che parlano, con le loro immagini, del futuro». E proprio Manescalchi ha curato nel 1998 per Polistampa Edizioni la monografia sul pittore dal titolo «Il sole nell’aia». Nell’ultimo ventennio Midollini si è dedicato con grande passione alla xilografia, come dimostrano le due pubblicazioni di Polistampa «L’alba e il colore» (1995) e «Dieci poeti da leggere» (1996), che propongono sue opere che accompagnano poesie inedite da Averini a Bambi e Ciaccheri.
Data recensione: 05/04/2008
Testata Giornalistica: Il Giornale della Toscana
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