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Se la Toscana è quasi certamente la regione italiana dove l’età medievale ha lasciato una più sicura (e affascinante) impronta, il Chianti, sia senese che fiorentino, è la terra che più di altre sembra abbia conservato

Se la Toscana è quasi certamente la regione italiana dove l’età medievale ha lasciato una più sicura (e affascinante) impronta, il Chianti, sia senese che fiorentino, è la terra che più di altre sembra abbia conservato, almeno esteriormente (come del resto la Valdambra), l’identità di quei secoli di mezzo. Certo anche qui le svolte della storia successiva hanno lasciato il segno, ma esteriormente il messaggio è quello di un’apparente immutabilità, fra semplici case d’alberese e poderi sottratti alla macchia e delimitati da muri a secco e terrazzamenti. In realtà, in particolare negli ultimi due secoli – come tendono a dimostrare i nuovi contributi scientifici qui presentati – anche il Chianti conosce un’evoluzione economica che, soprattutto a partire dal riformismo leopoldino, farà sì che regnanti e possidenti “si volgano finalmente al territorio con occhio imprenditoriale e non di sola rapina”.Diamo di seguito l’indice delle notevoli ricerche contenute in questo volume che è il n. 25 della importante collana di “Studi Storici Chiantigiani”: Leonardo Rombai, Il Chianti nella letteratura contemporanea alle origini della sua specificità geoeconomica e territoriale; Lidia Calzolai, Economia e società chiantigiana tra Settecento e Ottocento; Italo Moretti, Il Barone Ricasoli e la via Chiantigiana (con una premessa sulla viabilità storica del Chianti); Paolo Nanni, Vitivinicultura e civiltà rurale: note sul Chianti fra Otto e Novecento; Piero Guarducci, Il “penultimo” Chianti; Silvia Colucci, Vagheggiando un Medioevo ininterrotto. L’architetto Egisto Bellini (1877-1955) e i ripristini neomedievali nel Chianti.Certamente la lettura di questi testi ci aiuterà a comprendere meglio le brusche accelerazioni di questi ultimi decenni e l’invasione, dopo oltre mille anni, dei nuovi “barbari” del Nord che, come scrisse R.Flower, “hanno trasformato il Chianti, da una zona definita ufficialmente come depressa, in uno dei più ricercati investimenti fondiari d’Italia.
Data recensione: 06/07/2008
Testata Giornalistica: Corrispondenza
Autore: Italo Moretti