chiudi

Con questo poderoso volume, intitolato Innovare e amministrare (pp.512, euro 32, Polistampa), Riccardo Conti assessore all’urbanistica della Regione Toscana rivendica il ruolodi capofila dell’urbanistica riformista che la

Con questo poderoso volume, intitolato Innovare e amministrare (pp.512, euro 32, Polistampa), Riccardo Conti assessore all’urbanistica della Regione Toscana rivendica il ruolodi capofila dell’urbanistica riformista che la sua Regione ha assunto. Il sottotitolo - «Unanno di dibattito urbanistico in Toscana» - annuncia per difetto, perché gli anni sono in effetti due,2006e 2007, il contenuto dell’opera. Il libro infatti è la rappresentazione sintetica, ma efficacemente emblematica, di due anni di battaglie campali condotte in Toscana per l’urbanistica riformista. Nel suo libro Conti dà per scontata l’adozione della legge regionale di riforma urbanistica nel 1995, applicando come prima Regione italiana la linea politica che l’Istituto Nazionale di Urbanistica aveva cominciato a suggerire fin dal 1993. E lascia sullo sfondola sua applicazione capillare nei Comuni e nelle Province toscane; che emerge, però, nelladocumentazione delle problematiche che questa applicazione sollecita, nei suoi rapporti con il paesaggio e con la rendita urbana, fino al confronto della sostenibilità ambientale con lo sviluppo sociale ed economico. Arrivando in conclusione alla adozione nel 2007 del Piano regionale di indirizzo territoriale, il Pit, strumento politico-disciplinare di sintesi per il governo del territorio in Toscana. Per la verità quella documentazione è strepitosa, perché dimostracomel’azione ideale e operativa della Regione Toscana sia riuscita a coinvolgere istituzioni eprotagonisticomenessuna Regione italiana ha saputo fare. Così, con una ostentata noncuranza, il volume presenta gli interventi toscani deimassimi calibri della sinistra nazionale - da D’AlemaadAmato,da Fassino a Bersani - alternandoliconpersonaggi della destra - a cominciare dal toscano Altero Mattioli, - e naturalmente congli specialisti, gli uomini dell’Inu e di Legambiente. Fino a riportare ampiamente il dibattito sul consumo di suolo e sul caso Monticchiello. Si tratta di un dibattito emblematico, perché Conti - e autorevolmente con lui, il presidente della Regione,Martini - comprensibilmente rifiutano una condanna che considerano preconcetta e non certo rappresentativa dell’urbanistica regionale. Forse nel libro non viene abbastanza evidenziata, la morale conclusiva della questione. Che, al di là della specifica vertenza su Monticchiello, nasce daunaspinta iniziale quasi ideologica alla sussidiarietà da parte dei Comuni che però nel libro viene risolta con equilibrio dallo stesso Martini.Quando afferma che non si tratta di sottrarre ai Comuni competenze e responsabilità, ma di istituire una «collaborazione circolare» fra Regione, Province e Comuni - aggiungerei anche Soprintendenze - per affrontare le strategie del governo territoriale. Io stessomisontrovato coinvolto indirettamente nella vicenda e non ho avuto remore ad essere citato. Perché, prima di tutto, ritengo il caso Monticchiello la classica pagliuzza di fronte a ben altre travi; esemplificate da me con la vicenda di un vero ecomostro, che si voleva realizzare nel bolognese per finanziare un nuovo stadio privato. E avendo accettato di discutere del consumo di suolo, mi sono permesso di precisare il valore dei numeri.Ricordandocheparlare di 3milioni di ettari consumati in Italia negli ultimi 10 anni, è poco ragionevole, perché questa superficie corrisponde ad 1/10 di tutta quella del Paese. Epoi,hovoluto anchericordare chela riduzione del suoloagricolo è certamente un grave fenomeno, ma è pari soltanto ad 1/20diquantoaffermato enfaticamente dai polemisti. Su quest’ultimo tema poi, il libro di Contimi coinvolge direttamente, quando riporta un mio intervento ad una delle numerose iniziative promosse dalla Regione Toscana, titolandolo «Dieci punti per la riforma nazionale ». Quei punti suggeriscono le strategie per la riforma, già anticipate da numerose leggi regionali, a cominciare da quella toscana, dell’Emilia Romagna e della Basilicata. Strategieurbanistiche che è necessario confermare e sistematizzare con una legge nazionale,ma che sono la condizione assolutamente indispensabile per farenona parole, main concreto, la battaglia contro il consumo di suolo. Cioè piani comunali strutturali chesiano programmatici e non prescrittivi, cancellando così le rendite di attesa innescate dai vecchipiani regolatori; piani operativi le cui prescrizioni scadano immancabilmente dopo 5 anni, cancellando idiritti edificatori non utilizzati, fino ad oggi validi sine die; e infine piani la cui attuazione sia assicurata con la perequazione urbanistica, ossia con la cessione gratuita di almeno la metà di ogni area di intervento, incambiodei diritti edificatori attribuiti, per garantire la nuova qualità ambientale e sociale della città. Al contrario di quanto sostengono invece gli estremisti, che ancora difendonogli espropri, i cui costi impossibili finiscono per remunerare soltanto la rendita fondiaria; comeè successo per ilpiano regolatore di Roma, che le pretese di questa falsa sinistra, hanno sottoposto all’insopportabile onere di 5.700 milioni di euro, per espropri che non si potranno mai fare.  
Data recensione: 01/04/2008
Testata Giornalistica: L’Unità
Autore: Giuseppe Campos Venuti