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È il dialogo tra un politico e un filosofo. Tra il coordinatore della segreteria nazionale dei Ds Vannino Chiti, per tanti anni alla guida della Regione Toscana, e lo storico della filosofia

È il dialogo tra un politico e un filosofo. Tra il coordinatore della segreteria nazionale dei Ds Vannino Chiti, per tanti anni alla guida della Regione Toscana, e lo storico della filosofia, docente alla Normale di Pisa e presidente dal 1996 dell’istituto nazionale di Studi sul Rinascimento Michele Ciliberto, formatosi alla scuola di Cesare Luporini ed Eugenio Garin, sotto la cui guida si è laureato con una tesi sulla fortuna di Machiavelli. Ne è venuto fuori un libro di circa 150 pagine edito da Polistampa col titolo «Un’idea dell’Italia» che verrà presentato oggi pomeriggio alle 18,30 in piazza Santissima Annunziata. Un libro che si compne di sei dialoghi: Della memoria, Della religione civile, Da Giovanni Paolo II a Benedetto XVI, Della cultura, Dell’Occidente, della democrazia, dei diritti e, ultimo, Delle forze politiche.
Sei dialoghi con un filo rosso che li unisce e mette d’accordo i due protagonisti: il «pensiero debole» che relativizza e declassa la verità a interpretazione non serve alla politica, perché «anche l’azione di governo quotidiano e il pragmatismo hanno senso se a monte c’è un progetto», dice Chiti. Un progetto che non può fare a meno della «religione civile», dice Ciliberto citando le parole del Machiavelli. E religione civile significa valori fondnti condivisi: la Costituzione, la legalità, l’etica pubblica, la laicità. Un punto di convergenza con Benedetto XVI, dice Chiti, che combatte il relativismo. Un punto che diventa però anche dissenso, visto che la negazione del relativismo non può significare il ritorno ai dogmi del passato. Può invece costruire valori condivisi anche nel nostro tempo non più fatto di partiti di massa: «Dopo la crisi degli anni ’90 si è scoperto il bipolarismo ma il sistema politico non si è rinnovato - dice Chiti - adesso si tratta di non ricreare le grandi forze ma costruire i soggetti nuovi, a cominciare dall’Ulivo».
Data recensione: 06/07/2005
Testata Giornalistica: La Repubblica
Autore: Massimo Vanni