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«La scultura non è un saggio della propria sensibilità, non è un’esperienza individualista, è l’espressione chiara di un popolo, di un’era, di una civiltà». Le parole di Giò Pomodoro spiegano la grandezza e l’intento

«La scultura non è un saggio della propria sensibilità, non è un’esperienza individualista, è l’espressione chiara di un popolo, di un’era, di una civiltà». Le parole di Giò Pomodoro spiegano la grandezza e l’intento scenografico di buona parte delle sue opere, tese a dialogare con gli spazi circostanti, ma anche con l’intorno e il paesaggio tutto. Monumenti, più che semplici statue, pensati con l’ardire di essere veri e propri arredi urbani. O addirittura straordinari interventi urbanistici, come quando accettò l’invito di scolpire la sua “passeggiata ideale” all’interno delle cave abbandonate di Monsummano, in provincia di Pistoia. Progetto interamente documentato dal recente lavoro di Caterina Zappia, Le Cave di Monsummano. L’ultima utopia di Giò Pomodoro (Polistampa, Firenze 2008, pp.80, 20,00), con fotografie, tavole progettuali, rilievi e planimetrie dell’intera area.
Data recensione: 16/02/2008
Testata Giornalistica: Il Domenicale
Autore: ––