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Si chiama Chiesa si San Paolo Apostolo a Firenze, ma tutti la conoscono come San Paolino. Si trova nell’omonima piazzetta, a due passi da Ognissanti, e custodisce opere di grande valore come una tela del

Più antica di Santa Reparata e scrigno di tesori si trova nel cuore di Firenze. La facciata è stata completamente restaurata, domani la presentazione. Ecco le fasi dell’interventoSi chiama Chiesa si San Paolo Apostolo a Firenze, ma tutti la conoscono come San Paolino. Si trova nell’omonima piazzetta, a due passi da Ognissanti, e custodisce opere di grande valore come una tela del Curradi, un dipinto del Volterraneo e un’Annunciazione attribuita al Beato Angelico. La chiesa è antichissima, più della vecchia Santa Reparata e perfino della basilica di San Lorenzo. La sua facciata, austera, anzi «a rustico», proprio come usava una volta, aveva bisogno di urgenti restauri. Così, in meno di un anno, il consolidamento e restauro conservativo alle facciate (e gli altrettanto urgenti lavori di copertura) sono stati effettuati sotto la direzione dell’architetto Lia Pescatori, funzionario di zona della soprintendenza per i beni architettonici guidata da Paola Grifoni. La spesa totale dell’intervento è stata di 225mila euro, messi a disposizione dal Ministero degli Interni – Fondo Edifici di Culto. La presentazione dei lavori di restauro della Chiesa di San Paolino – e il risultato positivo sarà davanti agli occhi di tutti – è programmata per domani alle 16 nella stessa piazza; seguirà, alle 17.30, la Santa Messa celebrata dal Cardinale Antonelli, Arcivescovo di Firenze. Come ha scritto la soprintendente Grifoni in apertura dell’opuscolo che accompagna l’avvenimento, «dobbiamo a questa sinergia di intenti, in particolare al prefetto Lucia Di Maro, e al Prefetto Andrea De Martino, nonché all’appassionato impegno dei nostri funzionari tecnici, l’architetto Pescatori, direttore dei lavori e il direttore operativo Enzo Calcioli, il risultato di questo intervento». La presentazione dei lavori coincide, tra l’altro, con il bimillenario della nascita di San Paolo Apostolo cui il luogo di culto è dedicato. Ma in che cosa è consistito in realtà l’intervento? Prima di tutto la facciata, sulla quale si trovano, tra l’altro, l’arme dei Pandolfini, in terracotta verniciata, l’arme in pietra di Leone X, a destra quella dei Canonici del Duomo e a sinistra quella del cardinale Giulio de’ Medici. Il suo stato di conservazione era pessimo, i materiali si mostravano degradati così come erano ben presenti fessurazioni, esfoliazioni e distacchi. Non bastava una generale intonacatura, così la facciata è stata sottoposta a un generale intervento che, ponendo attenzione all’aspetto cromatico dell’insieme, si è articolata in un preconsolidamento e in un trattamento protettivo finale; inoltre anche gli stemmi e la robbiana policroma sono stati sottoposti ad una cura particolare. La facciata che dà su via San paolino presentava anch’esse grandi problematiche, legate anche a precedenti restauri. In questo caso è stato deciso di intonacarla a calce colorato e l’intervento pare aver raggiunto maggiore efficacia di ogni altra soluzione. Quindi il tetto. Per motivi di risorse a disposizione, questo è stato restaurato solo parzialmente. Nella parte interessata dall’intervento sono state sostituite le parti deteriorate ed è stato provveduto a un consolidamento attraverso la messa in opera di dispositivi strutturali come i tiranti e le piastre. Inoltre è stato realizzato un massetto alleggerito coperto da una guaina che lo impermeabilizza. Nell’opuscolo edito da Polistampa stampato per l’occasione, trovano spazio brevi cenni sulla storia della chiesa appartenuta ai Domenicani, di cui nel 1485 fu priore Agnolo Poliziano e attualmente dei Carmelitani scalzi; al tempo stesso tutte la fasi del restauro sono indicate con gran cura e corredate da un’ampia documentazione sia di notizie sia di fotografie.
Data recensione: 19/01/2008
Testata Giornalistica: Il Giornale della Toscana
Autore: Marco Ferri