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Era bella. Era la più bella di Firenze. E infedele. La immortalarono Piero da Cosimo, paragonandola a Cleopatra (la ritrae con aspide al collo) e Sandro Botticelli, per la sua nascita di Venere. La cantarono il Poliziano e Lorenzo il

Lazzi e Ventrone raccontano la vita di una donna divenuta leggenda Era bella. Era la più bella di Firenze. E infedele. La immortalarono Piero da Cosimo, paragonandola a Cleopatra (la ritrae con aspide al collo) e Sandro Botticelli, per la sua nascita di Venere. La cantarono il Poliziano e Lorenzo il Magnifico. Quest’ultimo la definì chiara stella e la immaginò lassù, nel firmamento, a brillare più delle altre stelle. E, in tempi recenti, Gabriele D’Annunzio.Furono in molti ad amarla. Marco Vespucci, il marito, figlio di Piero, alto dignitario della Corte dei Medici e lontano cugino di Amerigo Vespucci. E Lorenzo de’ Medici, eppoi il fratello minore Giuliano, che morirà nella congiura de’ Pazzi. E Alfonso d’Aragona, prima di diventare re di Napoli. E lo stesso Botticelli, che volle essere sepolto ai suoi piedi nella chiesa di Ognissanti.Simonetta, la bella Simonetta, la senza paragoni, nasce nella famiglia Cattaneo nel 1453. non si sa bene se a Genova o a Mezzano di Portovenere. C’è chi, alimentando la leggenda, afferma che Portovenere prende il nome da lei, venere vivente.Si sa, però, che si sposa nel 1468 giovanissima – quindici anni – con Marco Vespucci e si trasferisce a Firenze, dove ha successo immediatamente.Botticelli la vede e la ritrae una prima volta. L’opera, con sotto scritto “senza paragoni”, è il premio di una giostra cavalleresca, cui Giuliano de’ Medici partecipa e vince.Il Poliziano, nel poemetto “La giostra”, narra che ottiene, per questo, l’attenzione di lei. Al punto che i due diventerebbero amanti.Una donna stupenda. Con vita breve.Muore il 26 aprile 1476, a ventitré anni. Si dice di tisi. E Lorenzo versa il suo dolore in un sonetto che inizia così. “O chiara stella che co’ raggi tuoi ...”.botticelli non riesce a togliersela dalla testa e la ricorda in un bel ritratto di profilo, realizzato tra il 1476 e il 1480. Oltre ad averla celebrata nell’immortale “Nascita di Venere”.Vita breve, piena più di voci che di notizie certe. Nonostante ciò è diventata una leggenda. Fino ad arrivare a essere musa di artisti di ogni tempo e in ogni campo impegnati.La sua vita, con risposte attendibili alle domande di sempre, la troviamo narrata in “Simonetta Vespucci. La nascita della Venere fiorentina” di Giovanna Lazzi e Paola Ventrone (Polistampa, pagg. 192, Euro 18). Con i dvd “La Ninfa e la Duchessa. Moda a Firenze nel Rinascimento: Simonetta Vespucci ed Eleonora Toledo”.Scrive, Paola Ventrone: “Ciò che fece di Simonetta la sans par fu la rapidità degli avvenimenti che la videro protagonista, dalla idealizzazione iniziale alla morte improvvisa, che ne proietto l’acerba immagine in un mondo ultraterreno privandola della consistenza umana e della sua stessa personalità. Paradossalmente, Simonetta, diventò un’icona proprio per l’inconsistenza della sua persona reale, e non è un caso che le notizie biografiche su di lei siano così scarse: perfetta per essere solo la rappresentazione di un’idea platonica”.
Data recensione: 14/01/2008
Testata Giornalistica: Il Corriere di Firenze
Autore: Riccardo Cardellicchio