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Un diario quasi

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“Dovremmo abituare la nostra intenzionalità ad andare ‘in trasversale’, prima ancora di sfrecciare nell’Oltre, abituarla a trapassare dal diretto che trascende, all’obliquo che sospetta ed arresta. E questo, per cogliere le innumerevoli gradazioni della coscienza che, per natura, è ‘diretta’, potrebbe, per il libero atto della nostra volontà, farsi al tempo stesso ‘obliqua’.
L’obliquità del mio diario chiarisce ulteriormente quell’avverbio ‘quasi’, con cui ho voluto alludere al ‘limite’ e dice pure l’altro filo conduttore del mio libro che è quello della narrazione della memoria. E, dal momento che la memoria è l’occhio del pipistrello, ci vede meglio e con evidenza maggiore, nel buio della notte, nella luce del sogno”.
(Dall’Introduzione dell’autrice)
“Dovremmo abituare la nostra intenzionalità ad andare ‘in trasversale’, prima ancora di sfrecciare nell’Oltre, abituarla a trapassare dal diretto che trascende, all’obliquo che sospetta ed arresta. E questo, per cogliere le innumerevoli gradazioni della coscienza che, per natura, è ‘diretta’, potrebbe, per il libero atto della nostra volontà, farsi al tempo stesso ‘obliqua’.
L’obliquità del mio diario chiarisce ulteriormente quell’avverbio ‘quasi’, con cui ho voluto alludere al ‘limite’ e dice pure l’altro filo conduttore del mio libro che è quello della narrazione della memoria. E, dal momento che la memoria è l’occhio del pipistrello, ci vede meglio e con evidenza maggiore, nel buio della notte, nella luce del sogno”.
(Dall’Introduzione dell’autrice)

Polistampa, 2001

Pagine: 192

Caratteristiche: br.

br.

Formato: 15x21

ISBN: 88-8304-366-9

Collana:
Sagittaria | Scritture , 2

Settore: