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Matrimoni e patrimoni

La dote di Anna Bonaccorsi e la strategia imprenditoriale di Bettino Ricasoli

13,60 € 16,00
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Alla strategia imprenditoriale di Bettino Ricasoli sono stati consacrati numerosi studi e convegni. È del resto noto che il Barone di Brolio chiese anticipatamente alla Magistratura Suprema del Granducato l’uscita dalla minore età, sia al fine di sottrarsi alla poco oculata tutela della madre e dello zio Vincenzo Peruzzi, sia allo scopo di contrarre un vantaggioso matrimonio con Anna Bonaccorsi Dolcini, l’ultima delle quattro figlie nate dall’unione di Filippo Bonaccorsi da Tredozio con Rosa Ragazzini. Altrettanto conosciuta è l’originale gestione ricasoliana delle ricchezze ricavate dall’incasso di parte della memorabile dote recata dal matrimonio con la rampolla della famiglia «plus riche de toute la Romagne»: il Barone si servì infatti della liquidità disponibile per pagare i debiti accumulati dai propri avi ed avviare la modernizzazione delle proprie aziende agricole (Brolio su tutte). Del tutto oscuri rimanevano tuttavia fino ad oggi i dettagli del contratto matrimoniale intercorso nel maggio del 1831 tra Ricasoli e il padre di Anna, l’entità e la varietà del patrimonio immobiliare ereditato nei territori granducali dal Barone successivamente alla morte del Bonaccorsi e della moglie nonché, infine, il lungo contenzioso giudiziario apertosi tra il Ricasoli e il cognato Carlo Malvezzi Campeggi – marito di Rosa Bonaccorsi Dolcini – relativamente alla spartizione dei beni lasciati per via testamentaria dal suocero. Lungi dal costituire semplici o marginali note di costume, tali informazioni contribuiscono a colmare una lacuna importante nella storiografia relativa alla vicenda imprenditoriale ricasoliana, della quale il presente volume – largamente basato su fonti documentarie inedite – restituisce aspetti e problemi finora trascurati.

Prefazione di Zeffiro Ciuffoletti.

Formato PDF

Alla strategia imprenditoriale di Bettino Ricasoli sono stati consacrati numerosi studi e convegni. È del resto noto che il Barone di Brolio chiese anticipatamente alla Magistratura Suprema del Granducato l’uscita dalla minore età, sia al fine di sottrarsi alla poco oculata tutela della madre e dello zio Vincenzo Peruzzi, sia allo scopo di contrarre un vantaggioso matrimonio con Anna Bonaccorsi Dolcini, l’ultima delle quattro figlie nate dall’unione di Filippo Bonaccorsi da Tredozio con Rosa Ragazzini. Altrettanto conosciuta è l’originale gestione ricasoliana delle ricchezze ricavate dall’incasso di parte della memorabile dote recata dal matrimonio con la rampolla della famiglia «plus riche de toute la Romagne»: il Barone si servì infatti della liquidità disponibile per pagare i debiti accumulati dai propri avi ed avviare la modernizzazione delle proprie aziende agricole (Brolio su tutte). Del tutto oscuri rimanevano tuttavia fino ad oggi i dettagli del contratto matrimoniale intercorso nel maggio del 1831 tra Ricasoli e il padre di Anna, l’entità e la varietà del patrimonio immobiliare ereditato nei territori granducali dal Barone successivamente alla morte del Bonaccorsi e della moglie nonché, infine, il lungo contenzioso giudiziario apertosi tra il Ricasoli e il cognato Carlo Malvezzi Campeggi – marito di Rosa Bonaccorsi Dolcini – relativamente alla spartizione dei beni lasciati per via testamentaria dal suocero. Lungi dal costituire semplici o marginali note di costume, tali informazioni contribuiscono a colmare una lacuna importante nella storiografia relativa alla vicenda imprenditoriale ricasoliana, della quale il presente volume – largamente basato su fonti documentarie inedite – restituisce aspetti e problemi finora trascurati.

Prefazione di Zeffiro Ciuffoletti.

Formato PDF

Polistampa, 2013

Pagine: 208

Caratteristiche: br.

paperback

Formato: 17x24

ISBN: 978-88-596-1286-5

Collana:
Società toscana per la storia del Risorgimento | Fonti, 2

Settore:

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