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Il giardino medievale

Poesie 1977-1979

8,50 € 10,00
Qt
Vorrei rubare il velo
di queste spose.
Stare disteso
sulla veste scarlatta
della notte… Ancora rubare
contorni sfumati di pietà:
credere dunque alla metà delle cose.

“Una narrazione pacata e intensa, che si svolge in cinque capitoli/sezioni più due gruppi di frammenti, costruita con composizioni degli anni ’70. Nell’atto della scrittura si concretizza una realtà che sembra franare nelle sue incertezze nelle sue contraddizioni, ma che preme per uscire dall’angustia della sostanza, dal sogno senza sogno dell’inutilità e della disperazione e muoversi verso una possibile luce, verso un chiarore all’orizzonte, pronto a riaccendere ancora un senso nel cuore delle ferite. L’opera è completamente priva di dilatazioni e amplificazioni retoriche, perché ogni verso vibra verso un inesausto interrogare e dialogare, trattenendo pateticamente nelle sue sillabe le determinazioni del pensiero. Nei testi s’intrecciano diversi percorsi e si rafforzano reciprocamente: esistenziale, civile, spirituale, sociale, politico, filosofico… Ogni percorso cresce, diviene onda sonora, crea legami attraverso il suo cuore verbale e i suoi battiti silenziosi. Così, in controluce, affiora un mondo, che soffre e che si situa in un cono d’ombra, da dove vorrebbe urlare la sua disperazione, il suo disprezzo, la sua sfida, la sua supplica, il suo amore.” (Merys Rizzo)
Vorrei rubare il velo
di queste spose.
Stare disteso
sulla veste scarlatta
della notte… Ancora rubare
contorni sfumati di pietà:
credere dunque alla metà delle cose.

“Una narrazione pacata e intensa, che si svolge in cinque capitoli/sezioni più due gruppi di frammenti, costruita con composizioni degli anni ’70. Nell’atto della scrittura si concretizza una realtà che sembra franare nelle sue incertezze nelle sue contraddizioni, ma che preme per uscire dall’angustia della sostanza, dal sogno senza sogno dell’inutilità e della disperazione e muoversi verso una possibile luce, verso un chiarore all’orizzonte, pronto a riaccendere ancora un senso nel cuore delle ferite. L’opera è completamente priva di dilatazioni e amplificazioni retoriche, perché ogni verso vibra verso un inesausto interrogare e dialogare, trattenendo pateticamente nelle sue sillabe le determinazioni del pensiero. Nei testi s’intrecciano diversi percorsi e si rafforzano reciprocamente: esistenziale, civile, spirituale, sociale, politico, filosofico… Ogni percorso cresce, diviene onda sonora, crea legami attraverso il suo cuore verbale e i suoi battiti silenziosi. Così, in controluce, affiora un mondo, che soffre e che si situa in un cono d’ombra, da dove vorrebbe urlare la sua disperazione, il suo disprezzo, la sua sfida, la sua supplica, il suo amore.” (Merys Rizzo)

Polistampa, 2012

Pagine: 96

Caratteristiche: ill. b/n, br.

b/w ills, paperback

Formato: 15x21

ISBN: 978-88-596-1047-2

Collana:
Sagittaria | Opera, 34

Settore: