“Figlio mio, perché l’hai fatto?”

“Figlio, perché lo hai fatto?” […] “Ma come? Non ricordate perché mi trovo qua sulla terra, con voi? E non ricordate nemmeno quando mi offriste all’Altissimo in questo tempio di Gerusalemme? Io son venuto per fare la volontà del Padre mio, che sta nei Cieli”. (Lc 2,49) Tra le numerose versioni della vita del Cristo, quella proposta dal domenicano Raimondo Marco Sorgia si allontana dalla tradizione per l’attenzione conferita all’aspetto umano del Messia. Si tratta di un Gesù “nuovo”, frutto d’immaginazione sì, tuttavia estremamente verosimile. L’autore ricostruisce la storia di Gesù fin dalla preadolescenza: mette in secondo piano la presenza di elementi soprannaturali, si sofferma invece sulla quotidianità della vita di un ragazzo che si sarebbe presto riconosciuto Verbo incarnato. Il romanzo di Sorgia è interamente pervaso dalla commistione tra umano e divino, tra il desiderio di un giovane di vivere una vita “normale” e la sua consapevolezza di essere destinato a sacrificare la propria esistenza per la salvezza dell’Umanità.