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Giorgio De Chirico

Giorgio De Chirico

Nato in Grecia nel 1888, nel 1905, alla morte del padre, si trasferisce con la famiglia a Monaco, dove studia all’Accademia di Belle Arti fino al 1910 mentre il fratello (che in seguito prenderà lo pseudonimo di Alberto Savinio) segue studi musicali. Nel 1911 si trasferisono a Parigi, dove l’anno successivo Giorgio esporrà per la prima volta. All’entrata in guerra dell’Italia i fratelli De Chirico si arruolano nell’esercito e vengono destinati a Ferrara, dove cominciano a teorizzare i principi della pittura metafisica sulla rivista “Valori Plastici”, insieme a De Pisis, Soffici, Papini e Carrà. Nel 1919 Giorgio tiene la sua prima personale, ferocemente stroncata da Roberto Longhi. Nel 1921 espone per la prima volta a Milano, sempre con scarso successo. Nel 1925 espone a Parigi opere che seguono una nuova poetica ispirata all’antico. Questa nuova produzione viene molto apprezzata dalla critica italiana ed europea. Alla fine degli anni venti De Chirico comincia a occuparsi di letteratura (pubblicando Piccolo trattato di tecnica pittorica e Hebdomeros), di illustrazione e di scenografia. Dal 1935 al 1938 soggiorna negli Stati Uniti, molto apprezzato dalla critica e dal pubblico. Allo scoppio della seconda guerra mondiale i De Chirico tornano in Francia e risiedono poi a Firenze e Milano. Nonostante la frattura coi surrealisti si ormai insanabile, alcune sue opere metafisiche compaiono nelle più importanti mostre europee di artisti surrealisti. Nel 1942 esegue le prime sculture in terracotta. Successivamente inizia una fase artistica di ritorno all’ordine e compaiono nei suoi dipinti soggetti ed elementi cinquecenteschi e seicenteschi. Nel 1944 si trasferisce definitivamente a Roma, inaugura due personali che non hanno però il consenso della critica. Nel 1948 De Chirico contesta la Biennale di Venezia dichiarando falso un suo dipinto esposto, cominciano da adesso una serie di polemiche e scontri sulla autenticità di molti dipinti già in collezioni pubbliche e private. Nel 1950 partecipa a un “antibiennale” di pittori realisti, dove espone dipinti eseguiti con uno stile barocco (vedi i numerosi ritratti e autoritratti realizzati sullo stile di Rubens e Van Dyck). Negli anni sessanta i critici e i galleristi cominciano a interessarsi alla pittura dechirichiana degli anni venti e trenta. Gli ultimi dipinti tendono verso la semplificazione del segno e del colore e compaiono le prime rielaborazioni di quadri metafisici (periodo della neo metafisica). Nel 1974 è nominato accademico di Francia, nel 1976 gli viene assegnata la Croce di Grande Ufficiale della repubblica Federale Tedesca e vengono allestite molte importanti mostre sia in Italia che all’estero. Giorgio De Chirico muore a Roma il 20 novembre 1978. A fianco: G. De Chirico, Autoritratto, 1930, carboncino su carta bianca, mm. 195x130, Accademia di Belle Arti, Firenze
Nato in Grecia nel 1888, nel 1905, alla morte del padre, si trasferisce con la famiglia a Monaco, dove studia all’Accademia di Belle Arti fino al 1910 mentre il fratello (che in seguito prenderà lo pseudonimo di Alberto Savinio) segue studi musicali. Nel 1911 si trasferisono a Parigi, dove l’anno successivo Giorgio esporrà per la prima volta. All’entrata in guerra dell’Italia i fratelli De Chirico si arruolano nell’esercito e vengono destinati a Ferrara, dove cominciano a teorizzare i principi della pittura metafisica sulla rivista “Valori Plastici”, insieme a De Pisis, Soffici, Papini e Carrà. Nel 1919 Giorgio tiene la sua prima personale, ferocemente stroncata da Roberto Longhi. Nel 1921 espone per la prima volta a Milano, sempre con scarso successo. Nel 1925 espone a Parigi opere che seguono una nuova poetica ispirata all’antico. Questa nuova produzione viene molto apprezzata dalla critica italiana ed europea. Alla fine degli anni venti De Chirico comincia a occuparsi di letteratura (pubblicando Piccolo trattato di tecnica pittorica e Hebdomeros), di illustrazione e di scenografia. Dal 1935 al 1938 soggiorna negli Stati Uniti, molto apprezzato dalla critica e dal pubblico. Allo scoppio della seconda guerra mondiale i De Chirico tornano in Francia e risiedono poi a Firenze e Milano. Nonostante la frattura coi surrealisti si ormai insanabile, alcune sue opere metafisiche compaiono nelle più importanti mostre europee di artisti surrealisti. Nel 1942 esegue le prime sculture in terracotta. Successivamente inizia una fase artistica di ritorno all’ordine e compaiono nei suoi dipinti soggetti ed elementi cinquecenteschi e seicenteschi. Nel 1944 si trasferisce definitivamente a Roma, inaugura due personali che non hanno però il consenso della critica. Nel 1948 De Chirico contesta la Biennale di Venezia dichiarando falso un suo dipinto esposto, cominciano da adesso una serie di polemiche e scontri sulla autenticità di molti dipinti già in collezioni pubbliche e private. Nel 1950 partecipa a un “antibiennale” di pittori realisti, dove espone dipinti eseguiti con uno stile barocco (vedi i numerosi ritratti e autoritratti realizzati sullo stile di Rubens e Van Dyck). Negli anni sessanta i critici e i galleristi cominciano a interessarsi alla pittura dechirichiana degli anni venti e trenta. Gli ultimi dipinti tendono verso la semplificazione del segno e del colore e compaiono le prime rielaborazioni di quadri metafisici (periodo della neo metafisica). Nel 1974 è nominato accademico di Francia, nel 1976 gli viene assegnata la Croce di Grande Ufficiale della repubblica Federale Tedesca e vengono allestite molte importanti mostre sia in Italia che all’estero. Giorgio De Chirico muore a Roma il 20 novembre 1978. A fianco: G. De Chirico, Autoritratto, 1930, carboncino su carta bianca, mm. 195x130, Accademia di Belle Arti, Firenze