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Antonio Bueno

Antonio Bueno

Antonio Bueno (Berlino 1918 - Fiesole, 1984) svolse gli studi artistici in Spagna e in Svizzera. Nel 1937 a Parigi espose al Salon des Jeunes. Poi, nel 1940 col fratello Xavier si trasferì in Italia. Dopo un ‘esperienza post-impressionista, nell’immediato dopoguerra aderì alla lezione di Gregorio Sciltian eseguendo opere trompe-l’oeil e, con Annigoni ed il fratello, partecipò al gruppo dei “Pittori Moderni della Realtà”. Sperimentatore accanito e irrequieto, dopo queste esperienze portò avanti numerose ricerche: pittore astratto (1950-53) in concomitanza al suo lavoro di segretario presso la rivista «Numero»; neometafisico con la serie dei dipinti con pipe di gesso (1953-57); verista; materiologico sulla scia dell’informale con una serie di impronte (1960-62); segnaletico e pop a metà degli anni sessanta; neodada e visivo… il tutto come in un eterno gioco combinatorio di soggetti e materiali. La sua definitiva consacrazione fu alla Biennale di Venezia del 1984, pochi mesi prima della sua morte: alla mostra presentò una serie di opere che rappresentano senza dubbio il vertice di tutta la sua produzione matura.

Antonio Bueno (Berlino 1918 - Fiesole, 1984) svolse gli studi artistici in Spagna e in Svizzera. Nel 1937 a Parigi espose al Salon des Jeunes. Poi, nel 1940 col fratello Xavier si trasferì in Italia. Dopo un ‘esperienza post-impressionista, nell’immediato dopoguerra aderì alla lezione di Gregorio Sciltian eseguendo opere trompe-l’oeil e, con Annigoni ed il fratello, partecipò al gruppo dei “Pittori Moderni della Realtà”. Sperimentatore accanito e irrequieto, dopo queste esperienze portò avanti numerose ricerche: pittore astratto (1950-53) in concomitanza al suo lavoro di segretario presso la rivista «Numero»; neometafisico con la serie dei dipinti con pipe di gesso (1953-57); verista; materiologico sulla scia dell’informale con una serie di impronte (1960-62); segnaletico e pop a metà degli anni sessanta; neodada e visivo… il tutto come in un eterno gioco combinatorio di soggetti e materiali. La sua definitiva consacrazione fu alla Biennale di Venezia del 1984, pochi mesi prima della sua morte: alla mostra presentò una serie di opere che rappresentano senza dubbio il vertice di tutta la sua produzione matura.

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