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Aldo Fallai

Aldo Fallai

Aldo Fallai (Firenze, 1943) vive e lavora tra la città natale e Milano. Diplomatosi all’Istituto d’Arte fiorentino, nel quale in seguito sarà docente, apre uno studio di grafica col fotografo Mario Strippini, accostandosi egli stesso alla fotografia. A metà degli anni Settanta, l’incontro con Giorgio Armani, agli esordi della sua vicenda di stilista e agli albori dell’affermazione planetaria del Made in Italy, cui Fallai darà un apporto essenziale con la propria fotografia. Il primo incarico ricevuto da Armani, un servizio per «L’Uomo Vogue», inaugura una collaborazione protrattasi per un quarto di secolo, durante il quale Fallai concorre a costituire e consolidare l’immagine dei marchi dello stilista (Giorgio Armani, Emporio Armani, Armani Jeans). Un celebre servizio del 1976, dedicato al tema dell’abito usato, contribuisce a farlo conoscere come fotografo di moda dalla cifra disincantata, irrequieta e anticonformista. Raggiunta la notorietà internazionale, Fallai lavora inoltre per case quali Hugo Boss, Canali, Cerruti, Salvatore Ferragamo, Gianfranco Ferré, Calvin Klein, Valentino ed Ermenegildo zegna. Suoi servizi fotografici appaiono regolarmente su riviste italiane e internazionali, tra le quali «Amica», «Anna», «Annabella», «Elle», «GQ», «Grazia», «Harper’s Bazaar Italia», «Max», «Moda», «Mondo Uomo», «L’Uomo Vogue», e sulle edizioni inglese, italiana e australiana di «Vogue». All’inizio degli anni Ottanta Fallai lavora con modelle di grande personalità come Angela Wilde, Antonia Dell’Atte e Gia Marie Carangi: prende inoltre a confrontarsi con le icone della storia dell’arte e col genere del ritratto, legato in una personalissima sintesi alla moda, un filone che avrà pregevoli sviluppi, grazie anche alla collaborazione con l’Istituto Marangoni. Tra i riferimenti artistici di Fallai la critica ha segnalato il Manierismo toscano, Caravaggio, i preraffaelliti e l’esotismo degli orientalisti francesi. Ha pubblicato i libri fotografici Almost One Year (1993), ispiratogli da Federico zeri e Kazunori Iwakura, e In fabbrica (2007), una peculiare lettura della vitalità imprenditoriale del Paese.

Aldo Fallai (Florence, 1943) lives and works in his native city and in Milan. With a diploma from the Florentine Istituto d’Arte, where he later taught, he opened a graphic design studio with the photographer Mario Strippini and began to approach photography himself. In the middle of the 1970s he met Giorgio Armani, who was making his debut as a designer at the dawn of the worldwide affirmation of Made in Italy, to which Fallai’s photography made a fundamental contribution. His first assignment from Armani was a reportage for «L’Uomo Vogue”; this marked the start of a collaboration that was to continue for a quarter of a century, in the course of which Fallai helped to build and consolidate the image of the designer’s brands (Giorgio Armani, Emporio Armani, Armani Jeans). A famous reportage of 1976, pivoting on the topic of second-hand apparel, helped to make his name as a fashion photographer with a disenchanted, restive and unconventional style. Having achieved international fame, Fallai also worked for labels such as Hugo Boss, Canali, Cerruti, Salvatore Ferragamo, Gianfranco Ferré, Calvin Klein, Valentino and Ermenegildo zegna. His reportages appeared regularly in the Italian and international fashion press, in magazines including «Amica», «Anna», «Annabella», «Elle», «GQ», «Grazia», «Harper’s Bazaar Italia», «Max», «Moda», «Mondo Uomo», «L’Uomo Vogue», and the English, Italian and Australian editions of «Vogue». In the early 80s Fallai worked with models of striking personality, such as Angela Wilde, Antonia Dell’Atte and Gia Marie Carangi. At the same time he began to address the icons of the history of art and the portrait genre, which he bound to fashion in a highly personal synthesis; this strand of his work was to have notable developments, in particular as a result of his collaboration with the Istituto Marangoni. Tuscan Mannerism, Caravaggio, the Pre-Raphaelites and the exoticism of the French orientalists have been identified by the critics among Fallai’s artistic benchmarks. He has published the photo books Almost One Year (1993), inspired by Federico zeri and Kazunori Iwakura, and In fabbrica (2007), an intriguing interpretation of Italian entrepreneurial vitality.