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Giulia Napoleone

Giulia Napoleone

Giulia Napoleone nasce a Pescara nel 1936 e, a partire dai primi anni ’50, si dedica alla musica e alla fotografia. Si diploma nel 1957 al Liceo artistico in Roma per poi frequentare l’Accademia di Belle Arti.
È del 1963 la sua prima mostra personale a Firenze, intitolata
Giulia Napoleone
, i cui disegni riflettono la ricerche di nuovi spazi e nuove morfologie che ella condusse nei suoi viaggi per l’Europa. Dalla memoria dei viaggi in Olanda, infatti, prendono corpo inedite stimolazioni visive volte all’approfondimento dei temi del segno e della luce. Tema centrale di questi anni, evidente nelle diverse mostre collettive a cui partecipa, è proprio la "ricerca di luce" che non si riduce a puro effetto geometrico, alla ripetizione di forme invariate e costanti, ma alla ricerca di un divenire naturale.
Durante gli anni ’70, unitamente all’insegnamento all’Accademia di Belle Arti dell’Aquila, si intensifica il numero delle sue mostre personali in città quali Roma e Firenze e la sua ricerca si indirizza sui terreni della tramatura astratta del segno, che attua alla Calcografia Nazionale di Roma; le due principali direzioni in cui lavora sono il bulino e il punzone, l’uno come esplorazione delle capacità spaziali di un segno netto, l’altro come modulo minimo.
Nel 1976, di ritorno dalle mostre negli Stati Uniti e in Canada, dà vita ad un ciclo di disegni a pastello dal titolo
Labirinto della Memoria. A Urbino sperimenta per la prima volta nel 1977 la “Maniera Nera”, una tecnica calcografica che permette di ottenere qualità diverse di neri. Nel 1980 presenta i suoi nuovi acquerelli in cui il colore azzurro rappresenta il filo conduttore. I lavori di quegli anni continuano la sua scientifica indagine sulla luce e sul colore. Dal 1987 al 1991 realizza a inchiostro di china un gruppo di disegni in cui emerge un sentimento panico della natura e un’irregolarità di tagli compositivi. Nel 1992 lavora al ciclo di acquerelli sul tema dell’acqua che espone l’anno successivo, e nei disegni più recenti torna al tema della luce che non è più solare o fisica, ma pura energia che si espande in direzioni molteplici, e da qui muove la scelta del bianco e nero concepito come luce-colore usato nei minimi mezzi e con la massima intensità. Nel 1994 lavora alla nuova serie dei disegni a china La Luce e L’ombra. Le realizzazioni più recenti sono costituite da varie “maniere nere” raccolte in Pensieri e Sopravvivenza del bianco.

Giulia Napoleone nasce a Pescara nel 1936 e, a partire dai primi anni ’50, si dedica alla musica e alla fotografia. Si diploma nel 1957 al Liceo artistico in Roma per poi frequentare l’Accademia di Belle Arti.
È del 1963 la sua prima mostra personale a Firenze, intitolata
Giulia Napoleone
, i cui disegni riflettono la ricerche di nuovi spazi e nuove morfologie che ella condusse nei suoi viaggi per l’Europa. Dalla memoria dei viaggi in Olanda, infatti, prendono corpo inedite stimolazioni visive volte all’approfondimento dei temi del segno e della luce. Tema centrale di questi anni, evidente nelle diverse mostre collettive a cui partecipa, è proprio la "ricerca di luce" che non si riduce a puro effetto geometrico, alla ripetizione di forme invariate e costanti, ma alla ricerca di un divenire naturale.
Durante gli anni ’70, unitamente all’insegnamento all’Accademia di Belle Arti dell’Aquila, si intensifica il numero delle sue mostre personali in città quali Roma e Firenze e la sua ricerca si indirizza sui terreni della tramatura astratta del segno, che attua alla Calcografia Nazionale di Roma; le due principali direzioni in cui lavora sono il bulino e il punzone, l’uno come esplorazione delle capacità spaziali di un segno netto, l’altro come modulo minimo.
Nel 1976, di ritorno dalle mostre negli Stati Uniti e in Canada, dà vita ad un ciclo di disegni a pastello dal titolo
Labirinto della Memoria. A Urbino sperimenta per la prima volta nel 1977 la “Maniera Nera”, una tecnica calcografica che permette di ottenere qualità diverse di neri. Nel 1980 presenta i suoi nuovi acquerelli in cui il colore azzurro rappresenta il filo conduttore. I lavori di quegli anni continuano la sua scientifica indagine sulla luce e sul colore. Dal 1987 al 1991 realizza a inchiostro di china un gruppo di disegni in cui emerge un sentimento panico della natura e un’irregolarità di tagli compositivi. Nel 1992 lavora al ciclo di acquerelli sul tema dell’acqua che espone l’anno successivo, e nei disegni più recenti torna al tema della luce che non è più solare o fisica, ma pura energia che si espande in direzioni molteplici, e da qui muove la scelta del bianco e nero concepito come luce-colore usato nei minimi mezzi e con la massima intensità. Nel 1994 lavora alla nuova serie dei disegni a china La Luce e L’ombra. Le realizzazioni più recenti sono costituite da varie “maniere nere” raccolte in Pensieri e Sopravvivenza del bianco.

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