Roberto Benigni
Roberto Benigni nasce a Misericordia, un paesino della provincia di Arezzo, il 27 Ottobre del 1952 e si trasferisce ancora giovane a Vergaio, un paese non lontano da quello natale ma nel Pratese. Con il suo modo divertito e divertente e l’inconfondibile accento toscano, coinvolge lo spettatore. Godendo di un consenso praticamente incondizionato da parte del pubblico. Ma dietro l’ilarità che i suoi film e gli spettacoli producono, non c’è solo mestiere e improvvisazione, ma cultura: a cominciare dai saggi sul riso di Henri Bergson. E affermazioni, dette dall’attore quasi per caso, come “l’umorismo è la contraddizione della comicità: lo dice Schopenhauer”. Ma Benigni se la ride: non vuole teorizzare i propri lavori, ma viverne la vivacità. E ribadisce che il divertimento, la comicità, sono cose che l’hanno sempre attratto, fin da bambino. In gioventù pratica l’ottava rima andando al seguito di alcuni poeti estemporanei. Ottiene una certa notorietà nel mondo dello spettacolo verso la metà degli anni ’7O, recitando divertenti e trasgressivi monologhi: l’esordio come attore cinematografico, datato 1977, è Berlinguer, ti voglio bene di Giuseppe Bertolucci, dove viene ripreso nelle situazioni come nel linguaggio– il personaggio già da lui portato alla ribalta. Benigni porta avanti la sua attività di regista e di sceneggiatore (oltre che di attore) di film in cui spesso compare anche la moglie Nicoletta Braschi. Nascono così nell’ ’84 Non ci resta che piangere, in cui gli è accanto Massimo Troisi, nell’88 Il piccolo diavolo, nel ’91 Johnny Stecchino e nel ’95 Il mostro ; tutti film che ottengono un vasto successo tra il pubblico italiano. Al successo internazionale Benigni arriva con La vita è bella, che nel 1999 gli vale l’Oscar come migliore attore.
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