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Antonio Cocchi

Antonio Cocchi

Nato a Benevento nel 1695, dove suo padre amministrava i possedimenti dei marchesi fiorentini Rinuccini, si trasferì successivamente per frequentare l’Università di Pisa, dove seguì i corsi di medicina e quelli di matematica. Dopo la laurea, nel 1716, tornò a Firenze e, dopo aver seguito un corso di medicina pratica presso l’arcispedale di Santa Maria Nuova (il grande nosocomio che nel XVIII secolo fu all’avanguardia nell’aggiornamento dei saperi medici e nella professionalizzazione delle specializzazioni mediche) si iscrisse all’Arte dei Medici e Speziali. Frequentò presso lo Studio fiorentino i corsi di filosofia naturale di Tommaso Puccini, allievo del Redi. Dopo un soggiorno in Inghilterra dal 1723 al 1725, durante il quale ebbe modo di entrare in contatto col mondo dei naturalisti e di conoscere personalmente Isaac Newton, una volta tornato a Firenze continuò ad esercitare la libera professione medica e a proseguire i suoi studi. I suoi vasti interessi linguistici, filologici e letterari, che costituiscono i tratti distintivi della sua figura di intellettuale, lo portarono a farsi editore e traduttore di testi antichi, non solo nel campo medico e scientifico, ma anche, tra l’altro, di un importante testo memorialistrico, la Vita di Benvenuto Cellini, mentre gran parte dei suoi scritti e studi su tali temi rimasti manoscritti confluirono in seguito nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. A partire dal 1728 fu affiliato a varie Accademie tra le quali la Botanica, gli Apatisti, la Crusca e l’Accademia fiorentina. La sua carriera pubblica come medico lo vide assumere nel 1731 la cattedra di anatomia e filosofia nello Studio Fiorentino, dopo di che proseguì tutta all’interno del più grande ospedale della città, Santa Maria Nuova, del quale divenne la figura di maggior prestigio. Contribuì in maniera sostanziale a rinnovare gli insegnamenti che vi si tenevano e la pratica ospedaliera. Nel 1751 ebbe l’insegnamento di chirurgia, nel 1736 quello di anatomia. Redasse varie dissertazioni e, parallelamente all’attività pubblica, continuò ad esercitare con successo la libera professione. Un altro elemento importante nella vita di Cocchi fu la sua appartenenza alla prima Loggia massonica sorta a Firenze, della quale divenne anche Venerabile. Tenne per tutta la vita un diario giornaliero (1715-1758), le Effemeridi, costituito da oltre cento piccoli quaderni scritti in varie lingue, miniera di notizie sulla vita sociale, culturale e politica dell’epoca.
Nato a Benevento nel 1695, dove suo padre amministrava i possedimenti dei marchesi fiorentini Rinuccini, si trasferì successivamente per frequentare l’Università di Pisa, dove seguì i corsi di medicina e quelli di matematica. Dopo la laurea, nel 1716, tornò a Firenze e, dopo aver seguito un corso di medicina pratica presso l’arcispedale di Santa Maria Nuova (il grande nosocomio che nel XVIII secolo fu all’avanguardia nell’aggiornamento dei saperi medici e nella professionalizzazione delle specializzazioni mediche) si iscrisse all’Arte dei Medici e Speziali. Frequentò presso lo Studio fiorentino i corsi di filosofia naturale di Tommaso Puccini, allievo del Redi. Dopo un soggiorno in Inghilterra dal 1723 al 1725, durante il quale ebbe modo di entrare in contatto col mondo dei naturalisti e di conoscere personalmente Isaac Newton, una volta tornato a Firenze continuò ad esercitare la libera professione medica e a proseguire i suoi studi. I suoi vasti interessi linguistici, filologici e letterari, che costituiscono i tratti distintivi della sua figura di intellettuale, lo portarono a farsi editore e traduttore di testi antichi, non solo nel campo medico e scientifico, ma anche, tra l’altro, di un importante testo memorialistrico, la Vita di Benvenuto Cellini, mentre gran parte dei suoi scritti e studi su tali temi rimasti manoscritti confluirono in seguito nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. A partire dal 1728 fu affiliato a varie Accademie tra le quali la Botanica, gli Apatisti, la Crusca e l’Accademia fiorentina. La sua carriera pubblica come medico lo vide assumere nel 1731 la cattedra di anatomia e filosofia nello Studio Fiorentino, dopo di che proseguì tutta all’interno del più grande ospedale della città, Santa Maria Nuova, del quale divenne la figura di maggior prestigio. Contribuì in maniera sostanziale a rinnovare gli insegnamenti che vi si tenevano e la pratica ospedaliera. Nel 1751 ebbe l’insegnamento di chirurgia, nel 1736 quello di anatomia. Redasse varie dissertazioni e, parallelamente all’attività pubblica, continuò ad esercitare con successo la libera professione. Un altro elemento importante nella vita di Cocchi fu la sua appartenenza alla prima Loggia massonica sorta a Firenze, della quale divenne anche Venerabile. Tenne per tutta la vita un diario giornaliero (1715-1758), le Effemeridi, costituito da oltre cento piccoli quaderni scritti in varie lingue, miniera di notizie sulla vita sociale, culturale e politica dell’epoca.

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