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La critica è concorde nel ritenere Grazzini uno dei maggiori pittori fiorentini del secondo Novecento.
Gli omaggi più recenti all’opera del pittore si sono tenuti nel 1995 a Firenze, alla Galleria Palazzo Vecchio, e nel 1997 a San Miniato, all’Accademia degli Euteleti.
L’attuale esposizione è composta da un centinaio di dipinti che vanno dal 1930 al 1989. Il criterio di scelta delle opere in mostra è quello di privilegiare sia i dipinti attinenti ad episodi significativi della vita civile del pittore, sia quelli relativi ai gruppi artistici di cui Grazzini fece parte. Sono presenti inoltre alcune opere già presentate nelle grandi esposizioni nazionali del passato. Il "fil rouge" della mostra è dettato proprio dalla storia personale di Grazzini che si è sempre intersecata con le vicende e i fatti del proprio tempo, a dimostrare come quelle vicende e quei fatti abbiamo costituito la sostanza più profonda per l’origine del suo lavoro. La pittura di Grazzini nell’immediato secondo dopoguerra è di un realismo già in rotta con l’estetica del "ritorno all’ordine" prevalente nella pittura italiana del Novecento, acceso in direzione espressionista dalle sue profonde motivazioni politiche che ben presto lo conducono a un linguaggio pittorico "impegnato"; che riunisce quegli artisti orientati verso un pensiero politico di sinistra, individuando nel Picasso di "Guernica" il punto di riferimento obbligato di una pittura impegnata nell’opera di denuncia politica, sociale, storica.
Negli anni Quaranta, il linguaggio pittorico di Grazzini sviluppa progressivamente in senso geometrico-astratto le proprie premesse figurative, pervenendo ad uno stile memore del Postcubismo. Dal 1953, la stagione dell’impegno politico collettivo dell’artista continua nell’alveo composito del Neorealismo: abbandonati i ritmi geometrico-astratti del periodo precedente, l’artista si volge nuovamente a una figurazione essenzialmente "realistica". Nel corso dei decenni successivi questa figurazione si matura in una sorta di personale e intenso espressionismo che, delineatosi a partire dall’inizio degli anni Sessanta, caratterizza gli ultimi venticique anni del suo lavoro, imperniandosi sulla rappresentazione di immagini che restituiscono il presente come costante riflessione sul passato.
La personalità artistica di Grazzini, nella sua intensa lezione morale e civile, è stata determinante per i giovani artisti che si sono formati presso di lui all’Istituto d’Arte di Porta Romana, dove insegnò fino al 1973.
Il pittore continua nel decennio ‘60-’70 in una propria ricerca di figurazione realista, aperta alla modernità, registrando via via nel suo lavoro una verifica ai problemi del linguaggio artistico posti dalle tendenze contemporanee.

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