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Il 25 luglio 1943 ci ritrovammo molti nel circolo, appena giunse la notizia della caduta del Governo Mussolini: un accorrere di gente che si domandava con gioia ma anche con angoscia che cosa nei giorni seguenti sarebbe

Viaggio per immagini negli anni della guerra. I giorni dell’emergenza
’Firenze ferita’ è il titolo del terzo volume sulla storia contadina, disponibile in abbinamento facoltativo con ’La Nazione’ a 6,90 euro più il prezzo del quotidiano. Un album di istantanee dalla memoria legato al periodo che l’articolo qui sotto, tratto da ’Memoriauno’ (Polistampa) di Cesare Matteini, già segretario provinciale Dc, tratteggia con grande partecipazione umana.Il 25 luglio 1943 ci ritrovammo molti nel circolo, appena giunse la notizia della caduta del Governo Mussolini: un accorrere di gente che si domandava con gioia ma anche con angoscia che cosa nei giorni seguenti sarebbe accaduto. Qualcuno ricordò le parole rivolte nella primavera ai dirigenti di Azione Cattolica dal cardinale Elia dalla Costa, il Vescovo che nel 1939 alla venuta di Hitler a Firenze aveva chiuso porte e finestre dalla sua sede in piazza San Giovanni. Parole profetiche: “I cattolici avranno presto gravi responsabilità politiche ed assumeranno la guida della nazione. Preparatevi a tale immenso compito”. Con quali sacrifici, con quali spargimenti di sangue, con quali lutti nessuno poteva immaginare. Ma la voce profetica non avrebbe errato. L’8 settembre i tabernacoli delle strade di Peretola e Petriolo rilucevano di candele nonostante l’oscuramento: si pregava la Madonna perché salvasse l’Italia: la radio aveva comunicato che Badoglio aveva firmato l’armistizio. Cominciarono allora a costituirsi le formazioni partigiane ed i Comitati di Liberazione: uomini e giovani di Azione Cattolica furono in prima fila. Nel Dicembre nacque il locale Comitato di Liberazione: per la prima volta si incontrarono i rappresentanti della Democrazia Cristiana, del Partito Comunista, del Partito Socialista. Un dopocena si aprì la porta del Circolo di Petrolio, scelto per la su ubicazione, e sei persone, attraversata la Compagnia, passarono in chiesa e si sedettero ad un tavolo nella Canonica di don Palanti. (...) Finché l’11 Agosto la Martinella di Palazzo Vecchio fece udire i suoi rintocchi gioiosi di liberazione. A noi giunse la notizia verso mezzogiorno. Ci invase la speranza che dopo poche ore saremmo stati liberati: dovevano invece trascorrere venti giorni di sangue e di morte (...), durante i quali le popolazioni dei paesi di Peretola, Petriolo, Quaracchi, San Donnino si trovarono come nel cuore di una trincea (...). I tedeschi che avevano stabilito il loro comando di prima linea in casa Bacci alla Sala ed alla Villa Petrucci a Peretola, erano costituiti da reparti delle SS. Fino dai primi giorni di agosto fecero sentire la loro spregiudicata e tirannica presenza. (...) I sacerdoti della zona si prodigarono per cercare di alleviare i disagi e il dolore delle popolazioni. Il parroco di Peretola, dove era confluita la maggior parte delle persone sfollate, don Stefano Casabianca, interveniva continuamente sul comando tedesco per far restituire ai contadini il bestiame razziato, per impedire la deportazione di giovani, per tornare alle loro case gli ostaggi, offrendosi in loro sostituzione.Il parroco di Petriolo don Piero Palanti, che aveva organizzato l’ospedaletto presso il Circolo Cattolico di Petriolo successivamente trasferito all’ex casa del fascio, si sostituì ai medici che mancavano. Tutto questo durava ormai da circa un mese quando nel pomeriggio del 31 agosto giungeva la notizia che una pattuglia alleata aveva sostato per poco tempo presso il contadino Pagliai al Pesciolino fra via Pistoiese e l’Arno. Cinque membri del Comitato di Liberazione vi si recarono subito e ne ebbero la conferma. (...) Cesare Matteini guidava la pattuglia alleata compost ada soldati hawaiani al comando di ufficiali texani. Gli abitanti dei Macelli li videro arrivare ed esultarono di gioia. (...) Alle 21 Logi varcava l’Arno con un’altra pattuglia e si spingeva in esplorazione fino a Brozzi rimanendo in prima linea per tutta la notte. Alle 4 giungevano anche Mazzanti e Parenti con altre pattuglie alleate. (...) Finalmente i tedeschi se ne vanno, la via era aperta per le truppe alleate che il 1°settembre 1944 arrivarono in forze nella zona consentendo il ricongiungimento dei nostri paesi con la città.
Data recensione: 28/10/2007
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Cesare Matteini