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Nel quadro della presenza ebraica nel bacino mediterraneo, si analizzano i rapporti tra Chiesa e Sinagoga nell’Italia meridionale nei secoli centrali del medioevo, certificando la relativa libertà giuridico-civile-economica delle comunità

Nel quadro della presenza ebraica nel bacino mediterraneo, si analizzano i rapporti tra Chiesa e Sinagoga nell’Italia meridionale nei secoli centrali del medioevo, certificando la relativa libertà giuridico-civile-economica delle comunità ebraiche siciliane e continentali (Bari, Trenta, Oria, Otranto, Taranto), mantenutasi fino all’istituzione dell’inquisizione spagnola durante il regno aragonese. L’A. si concentra poi sulla comunità ebraica del Cairo e sui rapporti stretti con cristiani e musulmani, ricordando la fonte preziosa e vasta rappresentata dalla "Ghenizà" ("fondo nascosto") di Fustat, scoperta in un ambiente ricavato dal tetto dell’antica sinagoga del Cairo (fondata nel 1025), che conteneva documenti relativi alla vita della comunità dal 1025 al 1266. Facendo riferimento agli studi del maggiore storico delle comunità ebraiche mediterranee, S. D. F. Goiten, l’A. illustra alcuni aspetti delle relazioni interreligiose che lasciano trapelare una relativa tolleranza e una evidente flessibilità sociale favorita dal periodo di lunga stabilità del potere fatimide in Egitto. 
Data recensione: 01/01/2007
Testata Giornalistica: Medioevo Latino
Autore: ––