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Tre saggi, tre teorie a volte contrastanti, ma con un unico comune denominatore, che vanno ad aggiungersi al già ampio ventaglio di studi e ricerche effettuato riguardo al celebre dipinto di Leonardo

Tre saggi, tre teorie a volte contrastanti, ma con un unico comune denominatore, che vanno ad aggiungersi al già ampio ventaglio di studi e ricerche effettuato riguardo al celebre dipinto di Leonardo da Vinci: “La Gioconda”.
Nel corso della storia innumerevoli studiosi si sono scontrati ed incontrati sullo studio dell’emblematico dipinto. Fra di essi Lillian Schwartz, nel 1987, elaborò una tesi innovativa e sconcertante. Attraverso la sovrapposizione al computer dei lineamenti del viso di Leonardo, raffigurati nel suo autoritratto, e i lineamenti della Gioconda, ella dimostrò che i due volti combaciano perfettamente.
Renzo Manetti, scrittore e studioso di iconografia e storia dell’architettura, nel suo saggio supporta la tesi della Schwartz, donandole una elaborata e ben articolata motivazione filosofica. Egli dichiara, infatti, che, così come Beatrice rappresenta l’alter ego spirituale di Dante, la sua guida verso la sapienza, allo stesso modo la Gioconda sarebbe l’alter ego di Leonardo, l’immagine dell’intelletto e della conoscenza.
Infine, nel saggio che pone termine all’opera, Alessandro Vezzosi mostra una panoramica lucida ed affascinante della storia e delle ragioni che stanno alla base del successo del dipinto. Egli si riallaccia, rafforzandola ulteriormente, alla tesi secondo cui la Gioconda, appunto, non sia Monna Lisa Gherardini. Dietro il volto femminile della Gioconda si cela in realtà l’autoritratto idealizzato del pittore.
Manetti, Renzo (a cura di), Monna lisa. Il volto nascosto di Leonardo, Polistampa, pp. 152, euro 14,00, www.polistampa.com
Data recensione: 05/10/2007
Testata Giornalistica: La Voce
Autore: Arianna Marini