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«Il volto nascosto di Leonardo» sarebbe dietro l’icona più celebre al mondo: via dunque alla storiella divulgata da Giorgio Vasari nelle Vite degli artisti del suo tempo. Dove sostiene che la donna ritratta è la moglie di

FIRENZE. Quante magie, quante trasformazioni può fare il computer: tutte verità rivelate? Per quel che risulta dai suoi esperimenti, dalle indagini “oggettive” del programma di trattamento e resa di immagini, dall’inquietante nome di Pico, è quanto afferma, fuor da ogni dubbio Lilian Schwartz, americana, artista di computer art e studiosa. Secondo la Schwartz, la famosa Monna Lisa, dipinta da Leonardo, altro non sarebbe che una variante al femminile dell’autoritratto del grande Maestro. La scoperta di una studiosa americana, artista di computer art«Il volto nascosto di Leonardo» sarebbe dietro l’icona più celebre al mondo: via dunque alla storiella divulgata da Giorgio Vasari nelle Vite degli artisti del suo tempo. Dove sostiene che la donna ritratta è la moglie di Francesco del Giocondo, mercante fiorentino. A Milano, ai primi del cinquecento, Leonardo avrebbe avuto per modella nientemeno che Isabella di Aragona, figlia del re di Spagna, infelice sposa Gian Galeazzo, erede al ducato di Milano, ma spodestato e poi forse fatto uccidere da Lodovico il Moro. Nel 1987 la Schwartz aveva pubblicato il suo studio, poi discusso in un convegno pubblico a Firenze nel 2006, mai pubblicato in Italia finora. Ai micidiali implacabili raggi X di Pico, la studiosa ha sottoposto il cartone originale della Gioconda, ne ha rilevato le differenze con il ritratto, completato e rimaneggiato in tempi diversi dall’Autore: ha posto a confronto la Gioconda del Louvre con l’Autoritratto autografo di Leonardo, che è alla Biblioteca reale di Torino. Come assimilare l’enigmatica signora e il vecchione, di soli 63 anni mal portati, dalla candida chioma e barba fluente. Tutto sembra corrispondere, secondo Pico, le punte dei nasi, la vicinanza di occhi, mento, bocca, tolti i capelli e le rughe. Il saggio è ora pubblicato, bilingue, da Polistampa, con il titolo Il volto nascosto di Leonardo. Vi rispondono, contrapponendosi ma con il dovuto rispetto, Alessandro Vezzosi, fondatore del Museo Ideale di Vinci su Leonardo, e Renzo Manetti, studioso del simbolismo che dalla filosofia del dolce Stilnovo ha influenzato gli artisti fino al Rinascimento. Manetti trova convincente l’ipotesi della Schwartz. Vezzosi nel merito si dichiarava più negativo che scettico. E denunciava le leggende, la retorica, i falsi scoop, i romanzeschi abusi di cui sono vittime due icone celebratissime, l’Autoritratto e la Gioconda. Tra chi ha sostenuto che la modella fosse un cadavere, chi ha tentato di attribuire a Leonardo una orribile Gioconda nuda... Nell’arte «la certezza è soprattutto l’opera - dice Vezzosi- computer grafica e realtà virtuale non ne scalfiscono l’evidenza». Tuttavia Vezzosi concorda che il ritratto non sia quello di Lisa Gherardini in del Giocondo: si tornerebbe indietro, a Firenze si, non in ambiente mercantile ma signorile. Forse mediceo? Dopo cinque secoli il mistero della Gioconda continua.
Data recensione: 09/01/2008
Testata Giornalistica: Il Tirreno
Autore: Milly Mostardini